I Paesi membri della Nato hanno votato a favore di un significativo aumento della spesa per la difesa, impegnandosi a portarla al 5% del proprio Prodotto interno lordo (Pil) entro il 2035. Questa decisione è arrivata in un contesto di crescenti pressioni da parte del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che da tempo sollecita gli alleati europei a contribuire in maniera più equa agli oneri della sicurezza collettiva. L’iniziativa riflette una rinnovata attenzione alle minacce globali e regionali, in particolare in seguito all’aggressione russa contro l’Ucraina e al deteriorarsi del contesto geopolitico internazionale.
La soglia del 5% rappresenta più del doppio dell’attuale target fissato al 2%. L’accordo è stato ufficialmente annunciato durante la riunione generale della Nato tenutasi all’Aia, nei Paesi Bassi.
Fatti chiave
La Nato si è impegnata ad aumentare la spesa per la difesa durante un vertice tenutosi mercoledì nei Paesi Bassi e ha definito la Russia una “minaccia a lungo termine” per l’Europa.
“Ho chiesto loro di salire al 5% per diversi anni, e stanno salendo al 5%”, ha detto Trump ai giornalisti. “Dal 2%, e molte persone non hanno nemmeno pagato il 2%. Quindi penso che sarà una notizia molto importante”.
La formulazione della dichiarazione di mercoledì implica che non tutti i membri della Nato sono d’accordo con l’aumento della spesa del 5%. La Spagna ha rilasciato una dichiarazione indicando che “non tutti gli alleati” erano vincolati all’obiettivo, come riporta il New York Times.
“Siamo con loro fino in fondo”, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ai giornalisti presenti al vertice, poco prima di una conferenza stampa programmata.
LEGGI ANCHE: La spesa per la difesa nei Paesi Nato crescerà tra il 53% e il 65% nei prossimi anni
La Spagna
La Spagna è stata esentata dall’obbligo di aumentare la spesa militare al 5% del PIL, mantenendo quindi il proprio attuale livello di investimento in difesa, pari a circa il 2%. Il premier spagnolo Pedro Sánchez ha definito la proposta di innalzamento “irragionevole” e “controproducente”, sottolineando come essa risulti incompatibile con la situazione finanziaria e le priorità economiche del Paese.
Meloni: “Non toglieremo fondi alle priorità dei cittadini”
“Non toglieremo nemmeno un euro alle priorità del governo e dei cittadini italiani e non riteniamo necessario ricorrere alla clausola di salvaguardia”, ha affermato la premier italiana Giorgia Meloni, sottolineando che l’Alleanza è unita e determinata a rafforzarsi. “Il sostegno all’Ucraina è totale da parte di tutti i Paesi membri. La Spagna ha firmato lo stesso documento che abbiamo sottoscritto noi”. Riguardo alla proposta di un esercito europeo, Meloni ha precisato: “Siamo nella Nato, che è costituita da eserciti nazionali. Una duplicazione delle forze non avrebbe senso”. Inoltre, Meloni ha riferito di aver detto a Donald Trump e agli altri leader presenti che “la stessa determinazione mostrata nella gestione della crisi tra Israele e Iran dovrebbe essere applicata anche per ottenere cessate il fuoco in due altri conflitti cruciali: quello in Ucraina e quello a Gaza”.
L’articolo Vertice Nato, 5% del Pil per la difesa entro il 2035: la Russia è una minaccia per l’Europa è tratto da Forbes Italia.