Giovanna Iannantuoni, presidente della Crui e rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, affronta le principali sfide dell’università: il dialogo con le imprese, la transizione digitale, l’internazionalizzazione e il valore di progetti come Top Graduate, la nuova iniziativa di Forbes Italia dedicata all’università e ai suoi protagonisti.
Università e mondo delle imprese sono in realtà molto connesse. Formiamo gli studenti affinché poi abbiano un placement, cioè posizioni lavorative di grande soddisfazione per se stessi. La distanza percepita tra il mondo privato e il mondo dell’università si sta accorciando sempre di più: le imprese ormai entrano nel mondo universitario e l’università nel mondo delle imprese attraverso centinaia di laboratori congiunti che popolano tutti gli atenei d’Italia; ma anche attraverso una formazione fatta insieme: sia con i dottorati industriali che nei master a vocazione industriale. Questo legame è innegabilmente dovuto proprio al fatto che la competitività delle imprese dipende da due fattori: da un lato il capitale umano e dall’altro l’innovazione tecnologica. Fattori che nascono nelle università quindi. Siamo a buon punto ma questa distanza dobbiamo azzerarla
La transizione digitale ha accelerato questo bisogno. Crescita armoniosa e veloce di questa relazione o l’entropia digitale sta generando nuove difficoltà?
L’innovazione tecnologica e la rivoluzione legata all’intelligenza artificiale, e quindi a ogni aspetto della nostra vita a cominciare proprio dall’università, stanno facendo un percorso comune: attraverso questi strumenti applicati alla didattica innovativa stiamo facendo tutti grandi investimenti. L’università si rinnova e, in particolare, le competenze relative a questi temi sono molto richieste dal mondo privato e quindi ci spingono a creare nuovi corsi di laurea o di dottorato: Lifelong learning proprio per aggiornare le competenze di chi lavora nel mondo privato. La rivoluzione digitale in realtà è una grande occasione proprio per innovare e modernizzare ancora il mondo accademico
Un’altra sfida per le nostre università è il ruolo (classifiche, più o meno comprensibili, a parte) internazionale. Anche qui ci sono segnali importanti?
L’internazionalizzazione è la chiave del futuro soprattutto per un paese come l’Italia che, come sappiamo, è caratterizzato da un inverno demografico che renderà i potenziali studenti universitari (cioè i diciottenni) sempre meno numerosi a partire dal 2027 quindi ormai ci siamo. Questi numeri sono terribili e quindi dobbiamo: da un lato fare uno sforzo di orientamento per far iscrivere sempre più giovani all’università e permettere sempre più ai giovani di investire su se stessi; dall’altro ricordo che più della metà delle pubblicazioni dei ricercatori italiani e con coautori stranieri. La ricerca non ha confini, questo lo sappiamo da sempre ma è bene ribadirlo, l’internazionalizzazione della ricerca è già una realtà; l’internazionalizzazione della didattica, sempre più studenti che popolano le nostre città che vengono da tutti i paesi del mondo, è un obiettivo che piano piano stiamo perseguendo.
Parliamo dei laureati, soprattutto delle loro tesi, spesso anticamera di progetti innovativi importanti. La tesi è anello di congiunzione per definizione fra accademia e impresa, importante valorizzarle corretto?
La tesi di laurea con i ragazzi sia della triennale che della magistrale è un momento molto importante perché è un momento di scelta. Ci si pone davvero in maniera più precisa la domanda: ma cosa voglio fare da grande? Quale è la mia passione? Di tutti i corsi che ho seguito quale mi è piaciuto di più e quindi su cosa voglio indirizzare questi mesi di ricerca? Ecco tanti ragazzi hanno in questo momento uno spunto anche sul diventare essi stessi imprenditori. La nostra università si chiama Bicocca proprio per avvicinare i ragazzi al mondo dell’impresa, per essere loro stessi motore di innovazione. In generale la tesi è davvero il momento fondamentale in cui il ragazzo affronta l’idea del mondo del lavoro e quindi è importante per stabilire rapporti con il mondo privato
Ed ecco il progetto Top Graduate. È decisivo il dialogo fra gli attori università – studenti – imprese, aprire e mantenere un dialogo costante. C’è bisogno di nuove culture vero?
Top Graduate secondo me è una best practice perché vede insieme proprio questi attori (il mondo delle imprese, il mondo della ricerca e i giovani) e quindi è uno strumento importante per far emergere le idee innovative ma anche per costruire quel ponte di fiducia così necessario tra privato e università. Il futuro è proprio nel costruire rapporti che permettano all’impresa di fidarsi del mondo accademico e di affidarsi al mondo accademico sia nei risultati della ricerca che nella formazione di eccellenza, per comprendere fino in fondo che le nostre strutture e i nostri obiettivi formativi devono essere indirizzati ad aumentare la competitività e l’innovazione.
L’articolo Top Graduate di Forbes Italia, Giovanna Iannantuoni: “Università aperta, digitale e internazionale” è tratto da Forbes Italia.