Marco Montemagno, uno dei volti più riconoscibili dell’innovazione digitale in Italia, torna alle origini per affrontare una nuova sfida: portare sul palco dei teatri italiani i grandi temi della rivoluzione tecnologica. Un’operazione di “rientro all’analogico” per chi ha costruito la propria reputazione sui social, su YouTube e con migliaia di video girati da una cameretta a Brighton.
Ma Montemagno non è nuovo a eventi dal vivo: ha iniziato proprio così, ben prima dei social, quando moderava conferenze su e-commerce e pubblicità online. L’idea di un tour nei teatri, quindi, non è nostalgia, ma il desiderio di costruire un ponte tra divulgazione e intrattenimento. “Manca un anello di congiunzione per spiegare opportunità e rischi della tecnologia al grande pubblico in modo coinvolgente”, racconta. E il teatro, con la sua alchimia tra parola e presenza, è il luogo ideale.
Il rapporto con il pubblico dal vivo, rispetto alla solitudine della telecamera, cambia tutto. “Dal vivo c’è chimica, imprevisto, ascolto. Nascono spunti nuovi, capisci meglio dubbi e bisogni reali”, spiega. E non è solo un cambio di formato, ma anche di linguaggio. Parlare di AI, blockchain o robotica senza annoiare o sembrare eccessivamente tecnico è la sfida. La chiave? Semplificare senza banalizzare, rendere accessibili temi complessi mantenendo credibilità e profondità.
Nel dialogo con Forbes, Montemagno si sofferma anche sull’impatto dell’intelligenza artificiale. “È un’opportunità senza precedenti”, afferma. Rispetto ai primi anni 2000, oggi basta un’idea chiara e un prompt efficace per creare un’app, un videogioco o persino un business. Un ragazzo senza esperienza ha creato un videogioco con l’AI e ha incassato 100mila dollari in un mese. “Oggi, chi sa formulare bene un problema ha in mano un superpotere”, sottolinea.
Ma c’è anche un rischio: la pigrizia. Come ogni tecnologia, anche l’AI tende a sollevarci da sforzi, e questo può rallentare la nostra crescita individuale. “Non ci ricordiamo più i numeri di telefono, e presto magari non ricorderemo nemmeno come si parla in pubblico”, ironizza. Il punto non è evitare la tecnologia, ma usarla consapevolmente.
La sua carriera è fatta di continue reinvenzioni. Da presentatore in TV a youtuber ignorato per un anno e mezzo, fino al boom grazie a un’intuizione: il lancio dei video su Facebook. “Pensavo di mollare tutto. Poi mia moglie mi ha lasciato un articolo sul tavolo. Era l’inizio di una nuova fase.” Un racconto che svela quanto il successo sia spesso legato al tempismo e alla perseveranza.
Oggi Montemagno osserva l’evoluzione tecnologica da un punto di vista intergenerazionale. “Non dobbiamo dire ai giovani cosa fare, loro vedono già il mondo in modo diverso. Il nostro compito è lasciare loro una situazione gestibile, e non un disastro irreversibile.” Il suo tour teatrale nasce anche da questa responsabilità: “Divulgare, rendere tutti consapevoli, permettere a più persone possibile di salire sulla barca dell’innovazione.”
Il futuro? Nessuno lo sa davvero, nemmeno Elon Musk o Sam Altman. “Potrebbe andare benissimo o malissimo. Ma una cosa è certa: l’AI non si ferma. E noi dobbiamo imparare a conviverci, imparare ad usarla, non ad esserne usati.”
L’articolo Marco Montemagno: dalla cameretta al teatro, con l’AI al centro del palcoscenico è tratto da Forbes Italia.