20 Giugno 2025

Maido trionfa ai World’s 50 Best Restaurants 2025: a Torino si celebra la cucina peruviana

Nella cornice dell’Auditorium Gianni Agnelli del Lingotto di Torino, proprio quell’edificio che ha dato luce alla 500 Fiat, simbolo di generazioni, per la prima volta nella storia in terra italiana, si è consumato un testa a testa tra due giganti della ristorazione mondiale: il Best Restaurant in Europe Asador Etxebarri dello spagnolo Victor Arginzoniz, maestro della brace e del fuoco, e il Best Restaurant in South America Maido, simbolo della cucina nikkei di Lima, guidato dallo chef Mitsuharu “Micha” Tsumura.

E proprio quest’ultimo ha avuto la meglio: Maido si è aggiudicato il primo posto dei World’s 50 Best Restaurants 2025, scalando dal quinto gradino del 2024 fino al vertice della classifica, dopo tre anni di presenza stabile nella top ten.

Una vittoria che consacra la cucina nikkei — fusione creativa e profonda di tradizioni e tecniche tra tradizione giapponese e peruviana — come protagonista della scena gastronomica globale. E Torino, per una notte, è diventata la capitale del gusto mondiale.

Dal palco, lo chef Mitsuharu Tsumura ha voluto dedicare il riconoscimento alla sua famiglia e a tutto il team che lo ha accompagnato in questo percorso. Ha parlato di quanto la gastronomia, l’ospitalità e il cibo possano essere strumenti potenti, capaci di trasformare i sogni in realtà e di affrontare sfide che spesso sembrano irrisolvibili. Per Tsumura, l’industria gastronomica rappresenta un esempio concreto rivolto alla sostenibilità ambientale ma anche, e soprattutto, a quella umana. Un invito a credere nel valore collettivo del lavoro, nella forza della condivisione e nella possibilità di fare la differenza attraverso la cucina.

I primi 10 della 50 Best

Nella parte alta della classifica dominano ancora i Paesi europei, con la Spagna, la Danimarca e la Francia saldamente presenti. Al terzo posto si piazza Quintonil, a Città del Messico, vincitore del titolo di Best Restaurant in North America. Seguono il laboratorio visionario di Madrid, seguito da Alchemist a Copenaghen, quinta posizione, e da La Table di Bruno Verjus a Parigi, stabile all’ottavo posto.

Fuori dall’Europa, l’Asia e il Sud America si contendono sempre più spazio, ormai protagonisti affermati della scena gastronomica internazionale. Diverse infatti sono le città che attraggono oggi la maggior parte dei ristoranti inclusi nel ranking dorato: Lima, Bangkok, Hong Kong e Dubai tra le capitali più dinamiche fuori dall’Europa.

Al sesto posto si piazza Gaggan, miglior ristorante in Asia, seguito da Sézanne di Tokyo in settima posizione, Kjolle di Lima al nono e Don Julio di Buenos Aires che chiude la top ten, segnando la crescente centralità del gusto latinoamericano.

L’Italia cresce (e convince): sei ristoranti nella top 50, sette nei primi cento

Nonostante nessun ristorante italiano rientri nella top ten, l’Italia conferma un segnale forte e in crescita nella ristorazione mondiale. Nella nuova edizione dei World’s 50 Best Restaurants, sono sei i nomi italiani presenti nella classifica principale, contro i quattro dello scorso anno. Un risultato che testimonia solidità, continuità e una qualità diffusa.

In vetta alla classifica italiana è Lido 84 a Gardone Riviera: lo chef Riccardo Camanini scende di qualche posizione, passando dal dodicesimo al sedicesimo posto, ma resta saldamente tra i riferimenti assoluti della cucina contemporanea. Il Reale di Castel di Sangro, con Niko Romito, si consolida al diciottesimo posto, confermando una traiettoria ormai stabile nella parte alta della classifica. Sale con decisione, invece, Atelier Moessmer Norbert Niederkofler, a Brunico, che compie un balzo significativo: dal cinquantaduesimo posto del 2024 al ventesimo, in una progressione che era già nell’aria, spinta da una visione che intreccia sostenibilità e territorio. Fa qualche passo avanti anche Piazza Duomo di Alba con Enrico Crippa, che guadagna sette posizioni e si piazza al trentaduesimo, mentre Uliassi a Senigallia, guidato da Mauro Uliassi, sale al quarantatreesimo posto, dopo aver chiuso la classifica al 50° lo scorso anno.

Le Calandre di Massimiliano Alajmo, a Rubano, rientra invece nella top 50, al trentunesimo posto, dopo essere stato alla posizione 51 nella scorsa edizione. Un ritorno importante per uno dei protagonisti storici dell’alta cucina italiana.

A completare il quadro, nella lista estesa dal 51 al 100 figura anche Al Gatto Verde, il ristorante “green” della famiglia della Francescana, con ai fornelli Jessica Rosval. È al novantaduesimo posto, portando a sette il numero complessivo dei ristoranti italiani nella top 100: uno dei risultati migliori degli ultimi anni per la nostra scena gastronomica.

Particolarmente toccante è stato il momento della consegna dell’Icon Award a Massimo Bottura e Lara Gilmore. Sul palco, i due hanno ripercorso oltre trent’anni di cammino condiviso, ricordando gli inizi, le sfide e il successo costruito insieme a una squadra che non hanno mancato di ringraziare con calore. Bottura ha parlato degli impegni attuali con Food for Soul, il progetto che unisce cucina e responsabilità sociale, sottolineando come anche un semplice piatto di pasta, se preparato con amore, possa essere un atto rivoluzionario.

Lara Gilmore ha voluto lanciare un messaggio ai giovani chef: crescere lentamente, con radici profonde, è ciò che alla fine dà senso al percorso. Guardandosi indietro, ha detto, saranno proprio quelle radici a raccontare la bellezza del cammino fatto.

I premi speciali

Tra i riconoscimenti speciali, il titolo di The World’s Best Female Chef è stato assegnato a Pichaya “Pam” Soontornyanakij, anima di Potong a Bangkok. Il premio come World’s Best Pastry Chef è andato a Maxime Frédéric, pastry chef del Cheval Blanc a Parigi, mentre quello di World’s Best Sommelier è stato conferito a Mohamed Benabdallah, in forze a Etxebarri.

Il Champions of Change ha premiato Mindy Woods per il suo impegno nella valorizzazione degli ingredienti nativi australiani. Lo Chef’s Choice Award, infine, è andato ad Albert Adrià, nome storico della cucina d’avanguardia. Il Celele a Cartagena è stato proclamato vincitore del Sustainable Restaurant Award in riconoscimento del suo forte impegno verso la sostenibilità e la salvaguardia del patrimonio culinario caraibico della Colombia.

Questa sera è stata annunciata anche la vincitrice della borsa di studio 50 Best Restaurants Scholarship: Angélica Ortiz, aspirante chef colombiana che attualmente lavora all’Oxomoco di New York. La vincitrice potrà godere di un’esperienza preziosa grazie a stage retribuiti presso El Celler de Can Roca, due volte No.1 nella classifica The World’s 50 Best Restaurants, dove potrà apprendere direttamente dai tre fratelli Roca e vivere la magia dell’iconico locale di Girona.

L’articolo Maido trionfa ai World’s 50 Best Restaurants 2025: a Torino si celebra la cucina peruviana è tratto da Forbes Italia.