Secondo diverse fonti, la società di intelligenza artificiale Perplexity ha presentato un’offerta da 34,5 miliardi di dollari per il browser Chrome di Google. La mossa arriva mentre un giudice sta valutando di obbligare Google a separarsi da Chrome, dopo che è stato stabilito che l’azienda ha mantenuto un monopolio nella tecnologia pubblicitaria online.
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Fatti principali
L’offerta da 34,5 miliardi di dollari è sostenuta da diversi investitori senza nome, “tra cui grandi fondi di venture capital”, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, che per primo ha dato la notizia.
Un giudice distrettuale statunitense ha stabilito ad aprile che Google “ha deliberatamente intrapreso una serie di azioni anticoncorrenziali” per mantenere un monopolio nel mercato della ricerca online, confermando una precedente sentenza dello scorso anno, che affermava che Google aveva utilizzato accordi di distribuzione esclusivi e “prezzi supracompetitivi” che avevano portato a “comportamenti anticoncorrenziali”.
I procuratori federali hanno spinto per la vendita di Chrome, sostenendo che il browser ha “rafforzato” il dominio di Google nel mercato della ricerca online. Una decisione del tribunale è attesa per questo mese, secondo diverse fonti.
Perplexity, che di recente ha raccolto 100 milioni di dollari di finanziamenti portando la propria valutazione a 18 miliardi di dollari, ha scritto in una lettera all’amministratore delegato di Google, Sundar Pichai, che l’offerta per Chrome è “pensata per soddisfare una misura correttiva antitrust” mettendo Chrome nelle mani di “un operatore indipendente e competente”, secondo quanto riportato dal Journal.
Forbes ha contattato Perplexity e Google per un commento.
Come trarrebbe vantaggio Perplexity dal possedere Chrome per il proprio motore di ricerca?
Perplexity diventerebbe proprietaria della “porta d’ingresso di Internet”, secondo Rowan Stone, amministratore delegato della società di formazione in IA Sapien. Stone ha dichiarato a Forbes che Perplexity otterrebbe “dati comportamentali su scala web” per addestrare il proprio motore di ricerca e “una pista di lancio incorporata per favorire l’adozione di massa della sua esperienza di ricerca basata sull’IA”.
L’acquisizione di Chrome darebbe inoltre a Perplexity un enorme vantaggio sui concorrenti, che probabilmente si troverebbero a competere per gli utenti tramite app e componenti aggiuntivi software. Stone ha aggiunto che Perplexity potrebbe invece integrare direttamente nuovi modelli di monetizzazione e sistemi di IA nell’esperienza di navigazione principale. “Se l’accordo andasse in porto, potrebbe riazzerare la corsa competitiva da un giorno all’altro”, ha detto Stone.
Chi altro ha mostrato interesse per l’acquisto di Chrome?
Nick Turley, responsabile di ChatGPT per OpenAI, ha dichiarato ad aprile che la sua azienda sarebbe interessata ad acquistare il browser se venisse ufficialmente scorporato. Turley ha affermato che OpenAI “potrebbe offrire un’esperienza davvero incredibile” se ChatGPT e Chrome fossero combinati, aggiungendo che OpenAI “avrebbe la possibilità di mostrare agli utenti come sarebbe un’esperienza pensata innanzitutto per l’IA”.
Yahoo è un altro potenziale acquirente di Chrome, secondo Digiday, che ha osservato come Brian Provost, direttore generale di Yahoo Search, abbia dichiarato durante la testimonianza nel processo antitrust contro Google che Yahoo ha parlato con altre aziende dell’acquisizione di un browser. Se decidesse di fare un’offerta per Chrome, Yahoo riceverebbe il sostegno della sua società madre, Apollo Global Management.
Cifra importante
50 miliardi di dollari: è la valutazione massima che Google potrebbe ottenere per Chrome se fosse costretta a vendere il browser, secondo diverse fonti.
Contesto
Google si è fortemente opposta alla vendita di Chrome, sostenendo che una simile mossa “danneggerebbe i consumatori, gli sviluppatori e la leadership tecnologica americana proprio nel momento in cui è più necessaria”. Il colosso tecnologico ha inoltre affermato che lo scorporo di parti della sua attività “le distruggerebbe”.
Nella sentenza di aprile contro Google, il giudice ha dichiarato che l’azienda ha eliminato i concorrenti tramite acquisizioni e “ha consolidato il proprio potere monopolistico imponendo politiche anticoncorrenziali ai suoi clienti ed eliminando funzionalità di prodotto desiderabili”.
Secondo Similarweb, a luglio Chrome deteneva una quota di mercato del 51,4% nella ricerca, rendendolo il browser web più popolare negli Stati Uniti, davanti a Safari di Apple (36,2%) e Microsoft Edge (7,4%).
L’articolo La società di IA Perplexity vuole Chrome: offerti 34,5 miliardi di dollari per il browser di Google è tratto da Forbes Italia.