Robert Francis Prevost è il 267esimo papa della storia, il primo statunitense e il secondo (consecutivo) dalle Americhe. Ha scelto come nome Leone XIV. La sua elezione al quarto scrutinio è considerata un compromesso tra le diverse correnti della Chiesa: definito dall’Ansa un “bergogliano moderato”, è ritenuto progressista su temi come l’accoglienza ai migranti, la povertà e il cambiamento climatico, ma più conservatore di Francesco su questioni come i diritti lgbt e il coinvolgimento delle donne nella vita della Chiesa.
Chi è Robert Francis Prevost
Prevost è nato a Chicago il 14 settembre del 1955. Suo padre, veterano della Seconda guerra mondiale, di origini italiane e francesi, era direttore amministrativo in una scuola. La madre, di origine spagnola, era bibliotecaria. Tra i suoi avi, ha detto il genealogista Jari C. Honora della Historic New Orleans Collection, ci sono persone creole e haitiane vissute a New Orleans nel XIX secolo.
Prevost si è laureato in matematica e filosofia alla Villanova University, un’università cattolica privata della Pennsylvania, nel 1977. Nello stesso anno è entrato nel noviziato dell’Ordine di Sant’Agostino. Ha preso i voti nel 1982. Ha studiato anche teologia alla Catholic Theological Union di Chicago, poi diritto canonico a Roma, alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino. È il primo papa agostiniano della storia.
Missionario e cardinale
Dalla metà degli anni ’80 Prevost è stato a lungo missionario in Perù, paese di cui ha anche ottenuto la cittadinanza. Proprio l’esperienza in America Latina e l’attenzione verso i paesi non occidentali sono tra gli elementi che lo hanno avvicinato a Bergoglio.
Tra il 2001 e il 2013 è stato priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino, la più alta carica dell’ordine. Nel 2014 Francesco lo ha nominato amministratore apostolico di Chiclayo e vescovo titolare di Sufar. Nove anni dopo lo ha scelto come presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina e prefetto per il Dicastero dei Vescovi. Il secondo incarico è particolarmente importante: è la figura che, nella curia romana, si occupa della nomina dei vescovi di tutto il mondo.
Prevost, come ha raccontato il Post, è stato criticato per la sua gestione di due casi di abusi sessuali. In una vicenda, tre donne di Chiclayo hanno affermato che Prevost e la diocesi che guidava non avrebbero punito due sacerdoti che avevano abusato di loro quando erano bambine. La diocesi afferma invece che Prevost incontrò le tre donne, le spinse a sporgere denuncia, aprì un’indagine e impedì a uno dei due preti di celebrare la messa (l’altro si era ammalato). L’altro caso, più vecchio, riguarda gli Stati Uniti: nel 2000, quando era priore provinciale dell’ordine di Sant’Agostino a Chicago, Prevost avrebbe autorizzato un prete che aveva ammesso abusi sessuali su minori a vivere in un convento vicino a una scuola elementare cattolica. Il Vaticano ha negato che Prevost abbia commesso scorrettezze nel caso peruviano e afferma che non fu lui a permettere al sacerdote di vivere nel convento di Chicago.
La scelta del nome
Prevost, creato cardinale il 30 settembre del 2023, ha scelto come nome Leone XIV. Una decisione che crea un ponte con Leone XIII, papa tra il 1878 e il 1903, che alla fine del XIX secolo, nell’enciclica Rerum Novarum, affrontò il tema della dignità e del valore del lavoro. Nel 1891, con il mondo cattolico diviso sull’atteggiamento da tenere verso capitalismo e socialismo, Leone XIII difese la proprietà privata come diritto naturale, ma condannò lo sfruttamento degli operai, sostenne il diritto dei lavoratori a unirsi in sindacato e a una “giusta mercede”, cioè un compenso equo. “Se [l’operaio], costretto dalla necessità o per timore di peggio, accetta patti più duri i quali, perché imposti dal proprietario o dall’imprenditore, volenti o nolenti debbono essere accettati, è chiaro che subisce una violenza, contro la quale la giustizia protesta”, scrisse.
Il rapporto con Trump
Appassionato di sport – si considera un buon tennista dilettante ed è tifoso dei Chicago White Sox di baseball e della squadra di basket universitaria dei Villanova Wildcats – Prevost è descritto come riservato e molto colto. È considerato anche critico nei confronti dell’amministrazione Trump e della sua politica sui migranti.
Il 3 febbraio, per esempio, ha replicato su Twitter a una dichiarazione del vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, che in un’intervista aveva detto: “Esiste un concetto cristiano secondo cui si ama la propria famiglia, poi si ama il prossimo, poi si ama la propria comunità, poi si amano i propri concittadini e, infine, si dà priorità al resto del mondo. Gran parte dell’estrema sinistra ha completamente capovolto questo concetto”. Prevost ha scritto che “JD Vance si sbaglia: Gesù non ci chiede di fare una classifica del nostro amore per gli altri”.
Il suo ultimo tweet è stato la ripresa del post di un utente che contestava la deportazione per errore a El Salvador di un uomo.
L’articolo La scelta del nome, la passione per lo sport, il rapporto con Trump: che cosa c’è da sapere su Leone XIV è tratto da Forbes Italia.