La Kodak rischia di chiudere. L’azienda statunitense di apparecchiature per immagini, stampa e cinema ha fatto sapere di non avere le risorse finanziare per far fronte ai debiti che dovrà pagare nei prossimi mesi. “Questa condizione”, ha comunicato, “solleva dubbi sostanziali sulla possibilità per l’azienda di continuare [la propria attività]”.
In una dichiarazione rilasciata alla Cnn, Kodak ha aggiunto di essere “fiduciosa” sul pagamento di “una porzione significativa” degli obblighi e di voler rinegoziare o rifinanziare il resto del debito. Per recuperare liquidità, conta di interrompere i pagamenti per il suo piano pensionistico. Dopo la comunicazione dei risultati del secondo semestre, il titolo ha perso il 25% in Borsa.
La storia della Kodak
La Eastman Kodak Company è nata nel 1892. Quattro anni prima il fondatore, George Eastman, aveva inventato la prima fotocamera utilizzabile anche da non professionisti. Eastman aveva ideato anche il nome, che non aveva nessun significato particolare: “La lettera ‘K’ era una delle mie preferite – sembra una lettera forte, incisiva. Divenne questione di sperimentare un gran numero di combinazioni di lettere che componessero parole che iniziavano e finivano per ‘K’. La parola ‘Kodak’ è il risultato”.
L’azienda entrò anche nel mercato delle pellicole cinematografiche e divenne quasi egemone. Negli anni ’70, secondo l’Economist, la sua quota di mercato negli Stati Uniti era del 90% per le pellicole e dell’85% per le fotocamere. La sua pellicola fotografica invertibile Kodachrome era così popolare che Paul Simon ne fece il titolo di una sua canzone, arrivata al numero 2 delle classifiche statunitensi: “Kodachrome/Ci danno quei bei colori vividi/Ci danno il verde dell’estate/Ti fa pensare che tutto il mondo sia una giornata di sole/Ho una macchina fotografica Nikon/Amo scattare fotografia/Perciò mamma, non portarmi via la mia Kodachrome”.
La crisi
A porre fine all’epoca d’oro della Kodak è stata l’invenzione di un suo dipendente. Nel 1975 l’ingegnere Steve Sasson creò la prima fotocamera digitale. Secondo un rapporto interno di qualche anno dopo, le macchine fotografiche digitali avrebbero sostituito le pellicole entro il 2010. I dirigenti, però, non se la sentirono di destinare grandi investimenti alla nuova scoperta. Secondo Sasson, erano “convinti che nessuno avrebbe voluto guardare i propri scatti su uno schermo”.
La posizione di Kodak è diventata sempre più debole con l’affermazione del digitale. Fino a quando, il 19 gennaio 2012, dichiarò bancarotta e chiese la protezione del Chapter 11, una legge fallimentare statunitense che permette a un’azienda in crisi di continuare a operare, a condizione di varare un piano di risanamento a tutela dei creditori. Allora ottenne 950 milioni di dollari da Citigroup e riuscì a elaborare, entro i 18 mesi concessi dalla legge, un piano di riorganizzazione. Ora il rischio di fallimento è di nuovo concreto.
L’articolo La Kodak rischia di non riuscire a pagare i debiti: potrebbe chiudere dopo 133 anni è tratto da Forbes Italia.