La lunga saga dell’acquisizione di Paramount da parte di Skydance Media per 8 miliardi di dollari è degna di una mini-serie su Paramount+. La vicenda è piena di intrighi politici, con critici che accusano la dirigente uscente Shari Redstone di essersi piegata a Donald Trump per ottenere l’approvazione dell’accordo. Tra gli elementi controversi, Paramount ha accettato di versare 16 milioni di dollari alla futura biblioteca presidenziale di Trump per chiudere una causa legale legata a un servizio di 60 Minutes su Kamala Harris. Poco dopo, Cbs News ha annunciato la cancellazione, prevista per il 2026, dello show di Stephen Colbert – noto critico di Trump – apparentemente per ragioni economiche. Trump ha celebrato con entusiasmo entrambe le notizie.
C’è poi l’aspetto familiare, che sembra uscito da uno spin-off di Succession: David Ellison, fondatore di Skydance ed ex sostenitore di Biden, già dietro film come Top Gun: Maverick e Il Grinta, si è alleato con il padre Larry Ellison, convinto repubblicano, secondo uomo più ricco del mondo e fondatore del colosso del software Oracle.
La saga di Paramount
Meno sotto i riflettori, ma altrettanto cruciale, è Gerry Cardinale, investitore di private equity destinato a diventare una figura chiave nella nuova Paramount. La sua società, RedBird Capital Partners, è azionista di Skydance dal 2020. Ora contribuisce con 1,8 miliardi di dollari all’acquisizione da 8 miliardi. Cardinale entrerà nel consiglio di amministrazione di Paramount e nominerà un secondo consigliere (ancora senza nome). Jeff Shell, ex ceo di NBCUniversal e presidente della divisione sport e media di RedBird, sarà presidente di Paramount. Andy Gordon, responsabile della sede californiana di RedBird, diventerà coo e chief strategic officer di Paramount.
Con la nuova struttura proprietaria, RedBird deterrà il 22,5% dei diritti di voto di Paramount, David Ellison il 50% e Larry – il principale investitore di Skydance – il restante 27,5%. In questo complesso equilibrio familiare-finanziario, Cardinale potrebbe rivelarsi una voce decisiva in caso di divergenze tra gli Ellison.
Gli investimenti di RedBird
Quello in Paramount sarà l’investimento di più alto profilo per Cardinale, ma non certo il suo primo grande colpo. Attivo nei settori sport, media e intrattenimento da oltre 25 anni – prima in Goldman Sachs e poi in RedBird, fondata nel 2014 -, il 57enne ha chiuso numerosi affari di rilievo. Nel 2022 RedBird ha acquistato il Milan per 1,2 miliardi di dollari e, all’inizio del 2025, ha concordato l’acquisto del quotidiano britannico The Telegraph per 500 milioni di sterline. La società ha sostenuto figure note come LeBron James, Dwayne ‘The Rock’ Johnson, e il duo Ben Affleck-Matt Damon nei loro progetti indipendenti. Ha inoltre investito 1,5 miliardi in aziende di servizi finanziari.
La capacità di RedBird di immergersi operativamente nelle aziende in cui investe ha permesso alla società di raggiungere 12 miliardi di dollari in asset gestiti, con 100 professionisti in sei sedi globali. “Mi piace fare l’imprenditore dietro le quinte e risolvere problemi con il capitale”, ha detto Cardinale nel podcast The Deal di Bloomberg. Finora la strategia ha funzionato: secondo una fonte vicina alla società, RedBird ha ottenuto un ritorno lordo di 2,5 volte il capitale investito e un tasso interno di rendimento del 33%. Cardinale possiede il 100% di RedBird, secondo i documenti depositati, e Forbes stima il suo patrimonio in 1,8 miliardi di dollari. (Cardinale ha rifiutato di commentare il proprio patrimonio o di rilasciare interviste per l’articolo).
La storia di Gerry Cardinale
Il successo a Wall Street non era però nei piani iniziali di Cardinale, che da giovane sognava di diventare un diplomatico. Nato nel 1967 e cresciuto nei sobborghi benestanti di Philadelphia, figlio di un avvocato penalista, ha studiato scienze sociali ad Harvard – dove ha fatto parte della squadra di canottaggio – laureandosi con lode. Ha poi studiato politica e teoria politica a Oxford come borsista Rhodes. In seguito ha lavorato in un think tank giapponese a Tokyo, osservando in prima persona gli effetti della globalizzazione. All’epoca stava ancora valutando se iscriversi a giurisprudenza o intraprendere un dottorato. “Non ero uno di quei ragazzi della Wharton che volevano andare a Wall Street fin dal primo giorno”, ha raccontato a The Deal.
Ma incontrare banchieri d’investimento a Tokyo lo convinse che la finanza poteva essere una carriera appagante (e molto redditizia). Entrò in Goldman Sachs come analista nel 1992, lo stesso anno in cui pubblicò un articolo sull’anti-americanismo giapponese e le tensioni commerciali crescenti sulla rivista Asian Survey. (Curiosamente, anche Larry Ellison ha una forte passione per il Giappone: possiede una collezione d’arte giapponese e ha costruito la sua villa a Woodside, California, ispirandosi al palazzo di un imperatore del XVI secolo).
Dopo esperienze negli uffici di Hong Kong e Singapore, nel 1997 si trasferì nella sede di New York per lavorare nel gruppo telecomunicazioni, media e tecnologia. Successivamente passò alla divisione investimenti principali, dove si fece notare convincendo il proprietario degli Yankees, George Steinbrenner, a lanciare il canale sportivo Yes Network nel 2001. Il progetto fu concluso il giorno prima dell’11 settembre, e Goldman dovette coprire l’operazione con un investimento da 335 milioni di dollari dopo il ritiro di un altro investitore.
L’affare, seppur rischioso, si rivelò un successo e nel 2004 Cardinale fu nominato partner. Qualche anno dopo, nel 2008, convinse il miliardario proprietario dei Dallas Cowboys, Jerry Jones, ad allearsi con Steinbrenner per creare Legends Hospitality, società di ristorazione per stadi sportivi, di cui nel 2021 Sixth Street Partners ha acquisito la maggioranza.
La fondazione di RedBird
Dopo aver lasciato Goldman nel 2013, Cardinale lavorò brevemente nella banca d’affari Bdt, fondata da un ex collega di Goldman, Byron Trott, con cui aveva già collaborato in passato. (Bdt in seguito si è fusa con il family office di Michael Dell per formare Bdt & Msd, società che ha consigliato Shari Redstone nella sua uscita da Paramount). Nel 2014 Cardinale ha fondato RedBird, raccogliendo 665 milioni di dollari per il primo fondo grazie a investitori facoltosi conosciuti ai tempi di Goldman (mai resi pubblici), oltre a un investimento iniziale del fondo pensione degli insegnanti dell’Ontario, già partner consolidato.
RedBird è diventato il secondo maggiore investitore di Skydance nel 2020, guidando una raccolta di 275 milioni di dollari. Ha poi partecipato a un altro round nel 2022, da 400 milioni, a una valutazione di 4 miliardi. Il suo impegno attuale di 1,8 miliardi per acquistare Paramount rappresenta il 15% degli asset totali gestiti da RedBird.
I potenziali guadagni da Paramount sono grandi, ma lo sono anche i rischi: il declino della tv tradizionale, la competizione tra piattaforme streaming, un debito a lungo termine di 14,2 miliardi di dollari e possibili reazioni negative del pubblico a un’apparente sudditanza a Trump pongono grosse sfide per il nuovo gruppo dirigente.
“[L’operazione] potrebbe sopraffare l’intero portafoglio di RedBird”, ha detto Paul Wachter, fondatore di Main Street Advisors, in un case study della Harvard Business Review su RedBird. “Risollevare Paramount richiederà un lavoro enorme”. (Wachter ha comunque aggiunto di ritenere che l’investimento avrà successo “perché i dirigenti sono intelligenti e molto motivati”).
Una sfida rischiosa
Dal punto di vista di Cardinale, Paramount – con oltre 1.200 film in catalogo, diritti di distribuzione su altri 2.400 titoli e un portafoglio di reti televisive radicate nell’immaginario americano – è il candidato perfetto per ricevere il trattamento RedBird. “Quello che facciamo a RedBird è trovare modi per monetizzare proprietà intellettuali di livello mondiale. Si tratta di un’azienda con più di 100 anni… e con Ip di altissima qualità”, ha dichiarato nel podcast The Town dopo l’annuncio dell’accordo Skydance-Paramount. “Non siamo solo gente capace di stringere accordi; non siamo solo private equity che vuole comprare qualcosa”.
Mentre gli investitori guardano ai numeri, i critici dei media e i consumatori attenderanno di vedere come Skydance manterrà gli impegni presi con la Federal Communications Commission, l’agenzia governativa statunitense che regola le comunicazioni: garantire che i programmi della nuova società riflettano una diversità di opinioni politiche e ideologiche e adottare misure per contrastare il pregiudizio che ha minato la fiducia nel giornalismo nazionale. Ci sono motivi per credere che la nuova Paramount sarà meno trumpiana di quanto si possa temere: David Ellison ha donato circa 1 milione di dollari alla campagna per la rielezione di Biden, e Cardinale, pur non essendo un grande donatore, ha in passato finanziato candidati sia democratici che repubblicani.
In ogni caso, Cardinale ha preoccupazioni ben più urgenti della politica. Con il suo enorme debito e sfide strutturali all’orizzonte, la nuova Paramount ha bisogno di un finanziere che conosca il settore e sia disposto a metterci la faccia. La vera prova inizierà con la chiusura dell’accordo, attesa da un momento all’altro.
L’articolo Il calcio, i giornali e la saga Paramount: la storia di Gerry Cardinale, il proprietario miliardario del Milan è tratto da Forbes Italia.