4 Settembre 2025

Il brand veneziano che trasforma il cemento in materia viva e sostenibile

Contenuto tratto dal numero di agosto 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

Ha saputo ridefinire la percezione di uno dei materiali più controversi dell’edilizia, il cemento, trasformandolo in materia nobile, viva, fortemente connessa con il territorio. Cimento, brand veneziano nato da un’idea di William Lucchetta, è una di quelle realtà preziose che sono state capaci di sviluppare un linguaggio materico nuovo, unendo innovazione, sensibilità e sperimentazione culturale. “E pensare che tutto è iniziato con la creazione di un pannello in legno rivestito da una malta cementizia”, spiega Gian Marco Lucchetta, direttore commerciale per l’estero dell’azienda.

La rivoluzione materica di Cimento

A partire da quell’intuizione, il laboratorio di ricerca e sviluppo ha dato vita a una piccola, ma significativa, rivoluzione materica, realizzando un composto cementizio ottenuto da una miscela di aggregati minerali e leganti, brevettato e progettato per coniugare matericità e leggerezza. Da qui sono nate superfici leggere e flessibili, adatte a contesti sia architettonici che di interior design: lastre sottili e adattabili a superfici curve, pannelli per facciate, formelle decorative e arredi scultorei compongono oggi una collezione ampia e coerente, interamente made in Italy, selezionata dall’Adi Design Index 2020.

“L’impiego di aggregati minerali riciclati e di materiali certificati riduce l’impatto ambientale senza compromettere la qualità estetica e funzionale”, continua Lucchetta. “Lavoriamo il cemento utilizzandone la quantità minima indispensabile, scegliendo versioni a bassissimo impatto e compensando tutto il ciclo produttivo. I nostri materiali sono carbon neutral, le produzioni alimentate da fotovoltaico e anche l’acqua viene recuperata e reimmessa nel processo”. I materiali impiegati sono riciclati o di risulta, mentre i processi seguono criteri rigorosi, certificati da Iso 14001, Epd e Carbon Neutral.

Grazie a un investimento crescente in progetti di compensazione ad alta valenza territoriale, nel 2022 l’azienda ha ottenuto la certificazione di carbon neutrality secondo la norma Iso 14064. Tra questi c’è la collaborazione avviata con Valle Sacchetta e Sacchettina, una delle 18 storiche valli da pesca della gronda lagunare nord di Venezia, estesa su 112 ettari. Nel contesto di questa realtà agricola, l’azienda supporta la coltivazione di microalghe, organismi fotosintetici in grado di assorbire CO2 e trasformarla in ossigeno in quantità maggiori rispetto agli alberi.

“Per noi la carbon neutrality non è solo un obiettivo aziendale, ma un atto di responsabilità verso il pianeta e le generazioni future. Abbiamo scelto di puntare su una neutralità a chilometro zero, coinvolgendo attori locali che condividono i nostri valori”, spiega Lucchetta. Un esempio di come l’industria possa farsi promotrice di iniziative ambientali che hanno ricadute positive su tutto il territorio e i suoi abitanti.

“Alcune di queste microalghe verranno persino integrate nei nuovi prodotti che saranno presentati al Cersaie 2025 con la designer Patricia Urquiola. Un altro modo per connetterci con i nostri luoghi. Del resto, Cimento significa cemento in veneziano. E le nostre collezioni rendono omaggio alle fermate del vaporetto, ad alcuni luoghi a noi cari di Venezia”.

La partecipazione alla Biennale di Venezia

Un impegno, quello nella partecipazione a progetti virtuosi sul territorio, che si riflette anche nella partecipazione alla 19esima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, dove Cimento ha supportato l’installazione The Other Side of the Hill, progettata da Urquiola con il contributo di Beatriz Colomina, Roberto Kolter, Geoffrey West e Mark Wigley. L’opera affronta temi come il futuro della popolazione globale, la decrescita e la necessità di un nuovo paradigma urbano, ispirato ai modelli collaborativi della microbiologia.

Al centro dell’installazione, una spettacolare collina formata da oltre 1.500 mattoni in Cimento, concepita per rappresentare l’andamento demografico dell’umanità negli ultimi cinquemila anni. Il materiale impiegato per i mattoni è stato realizzato ad hoc nello stabilimento di Cimento a San Donà di Piave e include vetro riciclato, spirulina, conchiglie e canne della laguna, reti da pesca rosse e filamenti di alghe bianche, tutti uniti da un legante idraulico. Il risultato è una materia viva, simbolo di interdipendenza e rigenerazione. “Sostenere questo progetto significa per noi sostenere una visione culturale che mette in dialogo scienza, responsabilità, architettura e design”.

Le novità future

E parlando di design, accanto alla produzione di superfici, nel 2019 è nata Cimento Objects, la prima collezione di arredi, a cui si sono aggiunti negli anni nuovi elementi scultorei e decorativi. A partire dal 2024, poi, la direzione creativa di Cimento è stata affidata a Urquiola. “Con lei si è creata una sinergia straordinaria: condividiamo l’attenzione per l’ambiente, l’interesse per i materiali innovativi e la centralità del colore. Il nostro cemento consente libertà espressiva e versatilità tecnica: uno strumento creativo perfetto per il suo linguaggio”.

Oggi Cimento lavora con brand internazionali del settore del lusso, esportando oltre il 70% della produzione. “Ma ci sono altre novità: sono in corso la progettazione di un nuovo stabilimento automatizzato ispirato all’industria 5.0 e lo sviluppo di nuove formulazioni che includono fieno, gusci di noce e materiali biologici. Vogliamo continuare a superare i limiti della materia, trasformando ogni sfida in un’opportunità”. Il cemento non è più solo cemento: è racconto, territorio, sostenibilità, design.

L’articolo Il brand veneziano che trasforma il cemento in materia viva e sostenibile è tratto da Forbes Italia.