16 Luglio 2025

Il 68% dei lavoratori italiani usa l’IA generativa, ma il 36% teme di essere sostituito

L’intelligenza artificiale generativa è entrata nel lavoro di dirigenti e manager, ma una parte consistente della forza lavoro è rimasta indietro. È quanto emerge dallo studio AI at Work: Momentum Builds, But Gaps Remain, elaborato dalla società di consulenza statunitense Boston Consulting Group (Bcg), che ha intervistato circa 10.600 persone tra dirigenti aziendali, manager e personale operativo in 11 paesi.

Quanto all’Italia, in particolare, l’analisi mostra che il 68% dei lavoratori usa regolarmente strumenti di intelligenza artificiale generativa: una percentuale inferiore alla media globale (72%) e lontana dai picchi raggiunti in India (92%) e Medio Oriente (87%), anche se superiore a quelle di potenze come Stati Uniti (64%) e Giappone (51%).

“Non basta introdurre strumenti di IA generativa per cambiare davvero il modo in cui si lavora”, ha commentato Matteo Radice, managing director e partner di Bcg. “Come dimostra la ricerca, le aziende che ottengono risultati concreti sono quelle che investono nelle persone, ripensano i processi e coinvolgono la leadership in modo attivo”.

Un uso più equo

Radice ha sottolineato anche che “a livello globale, solo il 25% del personale operativo si sente supportato nell’uso dello strumento e il 36% ha ricevuto una formazione adeguata. È quindi urgente costruire una strategia che sviluppi competenze diffuse e renda l’IA generativa una leva inclusiva, accessibile a tutti i livelli. Colmare il divario che oggi limita l’uso dello strumento al personale operativo non è solo una scelta equa, ma una condizione necessaria per sbloccare tutto il potenziale della tecnologia”.

Se i dirigenti che usano l’IA generativa sono l’85% a livello globale e i manager il 78%, la percentuale scende al 51% tra il personale operativo. E in questa categoria, solo un lavoratore su quattro si sente sostenuto dalla leadership nell’adozione della tecnologia.

Gli ostacoli all’adozione dell’IA generativa

Il report individua tre ostacoli principali alla diffusione dell’IA generativa nel lavoro. Il primo è quello della formazione di cui parla Radice: tra chi ha seguito almeno cinque ore di formazione approfondita, la percentuale di utenti regolari di IA generativa cresce del 30%.

Poi c’è l’accesso agli strumenti: il 37% dei lavoratori dice che la propria azienda non fornisce le risorse necessarie per usare l’IA generativa. E in assenza di soluzioni aziendali ufficiali, il 54% è pronto a usare strumenti non autorizzati. Un fenomeno noto come ‘shadow AI’ (IA ombra), che, se non gestito, può esporre le imprese a grossi rischi in termini di protezione dei dati, affidabilità dei risultati e sicurezza informatica.

Il terzo elemento è il mancato supporto della leadership. Solo il 25% del personale operativo si sente accompagnato dai superiori nell’uso dello strumento al lavoro. Un fatto significativo perché, quando il supporto è percepito, l’ottimismo sul potenziale dell’IA generativa cresce di 40 punti percentuali e le prospettive di carriera aumentano di 47.

Il 36% dei lavoratori italiani teme di perdere il posto

Dal report emerge anche un sentimento generale di incertezza riguardo l’impatto dell’IA generativa a livello professionale. Il 41% dei lavoratori a livello globale teme che la propria posizione possa essere sostituita dalla tecnologia entro dieci anni. La quota è leggermente più bassa in Italia (36%), mentre è molto più alta in paesi dove l’adozione dello strumento è più avanzata, come Medio Oriente (63%) e Spagna (61%).

Perché si usa l’IA generativa

Uno dei principali fattori che spingono le persone a usare l’IA generativa è il risparmio di tempo: il 47% dei lavoratori globali dice di guadagnare più di un’ora al giorno. Solo un terzo delle persone, però, riceve indicazioni chiare su come impiegare il tempo risparmiato. Il risultato è che non si sfrutta appieno il potenziale della tecnologia e l’uso dell’IA non si traduce in un reale valore per lavoratori e organizzazioni.

Come sfruttare il potenziale dell’IA

Le aziende che ottengono le prestazioni migliori sono quelle che ripensano i processi di lavoro in ottica IA, ad esempio ridisegnando interi flussi o funzioni. Nei contesti più evoluti, però, cresce anche il senso di vulnerabilità: il 46% dei lavoratori coinvolti in progetti di ‘workflow design’ teme di perdere il posto, contro il 34% di chi opera in aziende che si limitano a strumenti generici.

L’articolo Il 68% dei lavoratori italiani usa l’IA generativa, ma il 36% teme di essere sostituito è tratto da Forbes Italia.