29 Maggio 2025

Ibsa Foundation assegna sei borse di studio da 32mila euro

“In Italia, il tempo di risposta per un’application relativa a un progetto di ricerca nel campo della scienza è mediamente 16 mesi. Quando il giovane ricercatore riceve la risposta, si trova già all’estero, sta lavorando e, magari, ha messo su famiglia”, dice amareggiato un esponente dell’Ibsa Foundation per la ricerca scientifica con sede a Lugano.

“L’Italia investe meno di un terzo rispetto agli altri paesi europei nella ricerca scientifica. Eppure il nostro Paese riesce a formare giovani ricercatori tra i più competitivi del continente”, racconta Alberto Mantovani, direttore scientifico emerito dell’Ircss Humanitas e professore alla Humanitas University.

Le borse di studio

Come sempre accade, quando la politica latita e le istituzioni si occupano sempre meno della formazione scientifica, entra in campo la forza delle singole persone, riunite stavolta sotto la Ibsa Foundation for scientific research, che assegna sei borse di studio da 32mila euro a fronte di 259 candidature in arrivo da 45 paesi. Negli ultimi anni sono state assegnante 58 borse di studio, per un totale di 1,6 milioni di euro. Il nuovo bando Fellowship 2025 si arricchisce del Research Equity Prize per progetti destinati ai paesi in via di sviluppo.

Tra le fellowship di quest’anno c’è una vincitrice italiana. Si chiama Ilaria Chiaradia, ha 30 anni, arriva dall’Università La Sapienza di Roma e ha vinto con un progetto dedicato alla maternità responsabile: effetto di sostanze d’abuso comune (alcol e fumo) sullo sviluppo del cervello del feto.

Ilaria, che è a sua volta incinta, mette in guardia su un problema spesso sottovalutato dalle giovani coppie: “Nella nostra società non c’è sufficiente attenzione alle sostanze teratogene come caffeina, tabacco e alcol, che possono alterare il cervello del feto durante la gestazione”.

I vincitori

Un premio è volato a Stoccolma, assegnato al ricercatore thailandese Prach Techameena, che opera nel campo della medicina del dolore; un altro a Cambridge, dove Masami Ando Kuri, messicana, 30 anni, ha vinto con un lavoro sulla dermatologia. Enchen Zhou, cinese di 34 anni basato a San Diego, ha vinto invece per una ricerca sulla endocrinologia. Altri due vincitori sono gli spagnoli Sergio Pérez Diaz e Vanessa Lòpez Polo, 31 anni, vincitrice per una ricerca sulla medicina rigenerativa.

Domenico Salvatore, che insegna endocrinologia all’Università Federico II di Napoli, sottolinea che “i fondi messi a disposizione dal Pnrr sono stati spesi solo in parte e spesi male”. Mantovani aggiunge che bisogna “vaccinarsi contro l’ignoranza scientifica” e invitare i docenti a diffondere le informazioni sulla necessità di spiegare la ricerca anche con un linguaggio semplice, alla portata di tutti. “Io visito un paio di scuole al mese e uso i fumetti come Lupo Alberto per parlare agli studenti, che sono molto interessati allo studio della scienza, purché approcciato con un linguaggio a loro più vicino”.

L’articolo Ibsa Foundation assegna sei borse di studio da 32mila euro è tratto da Forbes Italia.