2 Ottobre 2025

I Borboni: la rinascita dell’Asprinio tra storia, territorio e innovazione

La famiglia Numeroso ha radici profonde nell’Agro-Aversano e un legame storico con il vitigno Asprinio. Fin dalla seconda metà del Settecento possedeva circa venti ettari di vigneti coltivati con la tradizionale tecnica della vite maritata al pioppo.

Per anni, l’attività si è concentrata sulla produzione e vendita di uve, frutto di viti secolari. Negli anni Settanta, la collaborazione con l’azienda Buton, in qualità di conferitori, ha segnato l’inizio di una nuova fase: prima con la trasformazione dei vigneti, poi con le prime sperimentazioni nella spumantizzazione dell’Asprinio.

Il Vitigno I Borboni

L’Asprinio è uno dei vitigni più antichi del mondo, arrivato in Campania dalla Grecia e valorizzato dagli Etruschi, che introdussero la coltivazione verticale delle piante da frutto. È questo il vitigno che ha segnato l’evoluzione produttiva della famiglia Numeroso.

Nel 1982, grazie a Nicola Numeroso e al fratello Raffaele, nasce il marchio I Borboni, aprendo un nuovo capitolo per l’azienda. È in questi anni che si avvia la spumantizzazione dell’Asprinio con metodo Martinotti, e nel 1993 arriva il riconoscimento della denominazione Doc.

Con il passaggio generazionale, la gestione passa ai cugini Carlo e Carlo, figli di Nicola e Raffaele. Sono loro a guidare il recupero dell’antica casa di famiglia, risalente alla seconda metà del Cinquecento e costruita su una grotta di tufo nel centro storico di Lusciano. Dopo un attento intervento di ristrutturazione, nel 1998 nasce ufficialmente la cantina I Borboni.

La vinificazione tradizionale

Viene così recuperata la tradizionale vinificazione dell’Asprinio nelle grotte, scavate a 15 metri di profondità sotto le dimore padronali. Ambienti unici, ideali per la conservazione del vino: garantiscono umidità costante, assenza di luce e temperatura stabile durante tutto l’anno.

La scelta di riportare l’intero processo produttivo nel centro storico di Lusciano rappresenta una chiara volontà della famiglia Numeroso di preservare i legami con la tradizione, un aspetto fondamentale nella lavorazione dell’Asprinio.

Un ritorno alle origini che ha permesso di rispettare la storia del luogo e del vitigno, con la fermentazione e l’affinamento dei vini realizzati nelle antiche grotte di origine vulcanica. Nel 2016, dopo la scomparsa del padre, è entrato in azienda Nicola Numeroso, che a soli 21 anni ha affiancato lo zio per dare continuità alla storia di famiglia e allo stesso tempo portare una nuova visione.

Tra le novità, la sperimentazione di nuove forme di allevamento da affiancare alla storica “vite maritata al pioppo”, ha aperto la strada alla produzione di vini fermi.

Nel 1986 nasce l’antenato dell’attuale Vite Maritata, nel 1999 viene lanciato il primo Passito di Asprinio, mentre nel 2018 arriva il debutto con il Metodo Classico.

L’articolo I Borboni: la rinascita dell’Asprinio tra storia, territorio e innovazione è tratto da Forbes Italia.