Articolo tratto dal numero di settembre 2025 di Forbes Italia. Abbonati
Da quasi 50 anni Grattamacco presidia una delle zone più alte e isolate di Bolgheri, tra le colline che separano Castagneto Carducci dalla costa tirrenica. Qui, suoli marini antichi – argille bianche affioranti e flysch calcareo-marnosi – definiscono il carattere minerale e profondo dei suoi vini. Fondata nel 1977, è la seconda azienda nata a Bolgheri e fin dall’inizio ha adottato un approccio innovativo: fu la prima a vinificare un Bolgheri Rosso e a impiantare Vermentino in collina, oltre che una delle poche a mantenere il Sangiovese nel blend del Bolgheri Superiore.
Con l’annata 2022 del Bolgheri Superiore, Grattamacco segna le 40 vendemmie del suo vino di riferimento. La prima uscì nel 1982 e fu allora classificata come ‘vino da tavola’, in attesa che la mappa enologica di Bolgheri prendesse forma. Un vino che ha attraversato e accompagnato ogni fase nella definizione della Doc, conservando nel tempo coerenza stilistica e precisione territoriale.
Il Sangiovese
Il Sangiovese – oggi raramente presente nei Bolgheri Superiore – è rimasto parte integrante dell’assemblaggio, accanto a Cabernet Sauvignon e Merlot. Una scelta che risponde alla volontà di valorizzare le potenzialità delle alture e l’identità della cantina, la cui conduzione biologica è certificata dal 1997.
Il risultato è un profilo più slanciato e fresco, in equilibrio con la struttura dei vitigni internazionali. In cantina si lavora secondo uno stile ‘nudo’, essenziale, con fermentazioni spontanee in tini troncoconici di rovere aperti, macerazioni lente, interventi minimi pensati per dare voce al vigneto e all’annata. Qui, nel 1994, sotto il leccio accanto alla casa colonica, si riunirono i firmatari del primo disciplinare del Bolgheri Doc, e Grattamacco ne fu parte attiva. Oggi, a 40 anni dalla prima vendemmia, il vino che porta il suo nome continua a raccontare l’evoluzione della denominazione da un punto di vista preciso: quello delle colline, della biodiversità e di una coerenza produttiva che ha scelto la profondità invece della trasformazione.
L’identità
Un’identità restituita anche da un docufilm celebrativo diretto da Beppe Tufarulo, che ripercorre la storia di Grattamacco attraverso le voci di chi l’ha fondata, guidata e raccontata nel tempo, tra cui Piermario Meletti Cavallari, fondatore della tenuta, Claudio Tipa, presidente del gruppo ColleMassari, proprietario dell’azienda dal 2002, e Attilio Scienza, tra i massimi interpreti del rapporto tra viticoltura e territorio. Il film sarà presentato in anteprima a settembre 2025, in occasione del lancio dell’annata 2022 del Grattamacco Bolgheri Superiore: un ritratto corale, per immagini e parole, che restituisce l’anima di un progetto enologico fedele al suo luogo d’origine, coerente nella visione, essenziale nello stile.
L’articolo Grattamacco, quarant’anni di Bolgheri: vini marini tra storia, territorio e autenticità è tratto da Forbes Italia.