3 Settembre 2025

Google potrà tenersi Chrome. Ma dovrà condividere i dati di ricerca con i competitor

Google non dovrà vendere il suo browser Chrome per porre fine al suo monopolio sul mercato della ricerca. Lo ha stabilito un giudice federale Usa. Ma il gigante tech, tra le altre concessioni legali, dovrà condividere alcuni dei suoi dati con i concorrenti, tra le altre concessioni legali.

Informazioni chiave

Il giudice Amit P. Mehta non si è schierato con i procuratori federali che volevano che Google disinvestisse da Chrome, affermando che l’azienda non sarà obbligata a vendere il popolare browser web.
Al contrario, il giudice ha stabilito che Google dovrà fornire dati di ricerca e di interazione con gli utenti a “concorrenti qualificati”.
Mehta ha impedito a Google di stipulare contratti esclusivi “relativi alla distribuzione di Google Search, Chrome, Google Assistant e l’app Gemini” e ha affermato che l’azienda dovrà offrire servizi di ricerca e di distribuzione di annunci di testo di ricerca ai concorrenti.
Google, che ricava la maggior parte dei suoi ricavi dalla pubblicità, dovrà anche rendere pubbliche le modifiche apportate alle aste pubblicitarie “per promuovere una maggiore trasparenza nei prezzi degli annunci di testo per la ricerca”, ha scritto Mehta.
Forbes ha contattato Google per un commento.

A margine

Le azioni di Alphabet, la società madre di Google, sono aumentate di quasi l’8% nelle contrattazioni after-hours di martedì, dopo aver chiuso in ribasso di una frazione di punto percentuale a 211,99 dollari.

In cifre

63,7%. Questa è la quota di mercato del browser web Chrome detenuta a luglio, secondo i dati di Similarweb.

Antefatti

Meno di un anno dopo che Google ha pagato 700 milioni di dollari per chiudere una causa antitrust sulle pratiche commerciali dell’app store, Mehta ha stabilito, in un caso separato nel 2024, che Google era un monopolista. Il giudice affermava che l’azienda utilizzava accordi di distribuzione esclusiva e applicava “prezzi superiori alla concorrenza per gli annunci di testo per la ricerca generica”, il che ha portato a “comportamenti anticoncorrenziali”.

Un altro giudice distrettuale ha confermato le conclusioni di Mehta, stabilendo ad aprile che Google deteneva il monopolio sulla tecnologia pubblicitaria online. Il Dipartimento di Giustizia ha spinto per la vendita di Chrome per rimediare alle sentenze contro Google, che ha affermato che ciò avrebbe danneggiato il browser e i suoi utenti. L’azienda di intelligenza artificiale Perplexity ha presentato un’offerta da 34,5 miliardi di dollari per il browser il mese scorso, sostenendo che la sua offerta era “progettata per soddisfare una norma antitrust” mettendo Chrome nelle mani di “un operatore capace e indipendente”.

L’articolo Google potrà tenersi Chrome. Ma dovrà condividere i dati di ricerca con i competitor è tratto da Forbes Italia.