28 Maggio 2025

Digitali ma umani: così è cresciuta Humangest in 20 anni

Contenuto tratto dal numero di maggio 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

Ci sono anniversari che non sono solo numeri, ma tappe simboliche di un percorso fatto di visione, impegno e coraggio. Il 2025 segna i 20 anni dalla nascita di Humangest, un’azienda che ha saputo crescere anno dopo anno fino a diventare una delle realtà più solide nel panorama delle risorse umane. Non solo per i risultati raggiunti, ma anche per aver costruito un modello basato sull’attenzione alle persone e sull’innovazione continua.

Non è un caso se tutto è partito da un’idea, anzi da un sogno condiviso. Un sogno che si è trasformato in visione strategica, poi in metodo, poi in squadra. Oggi quel sogno ha il volto di un gruppo con oltre 90 filiali in Italia e in Europa e un fatturato che supera i 300 milioni di euro. “Un momento chiave, in realtà, non c’è stato”, racconta Gianluca Zelli, ceo di Sgb Humangest Holding. “Ci sono stati, piuttosto, tanti momenti che si sono susseguiti nel tempo, tutti costruiti sulla costanza. Quello che ha rappresentato il valore aggiunto, ovvero la forza che ha permesso all’azienda, e a me personalmente, di crescere in questo mondo, è stata la perseveranza, la voglia continua di migliorarsi e di imparare. Più che un singolo episodio, credo che il valore più importante sia proprio questo: la fame di conoscenza”.

L’approccio è quello di chi guarda avanti con lucidità, ma senza dimenticare le origini: Humangest è cresciuta puntando sull’attenzione concreta alle persone, sulla valorizzazione delle competenze e sull’innovazione digitale. Temi che ritornano anche nel racconto di Zelli. “Fin dall’inizio, insieme a Barbara Garofoli (amministratore delegato di Humangest, Humanform, Humansolution, società del gruppo che si occupano di somministrazione, formazione, outsourcing logistico, ndr), abbiamo condiviso l’obiettivo di costruire un’azienda che mettesse davvero le persone al centro. È un’espressione che si sente spesso, ma che ho visto realizzare da pochi. Noi, invece, ci abbiamo creduto da subito: dare attenzione alle persone, farle crescere con noi, ascoltarle, riconoscerne il valore. Credo che il vero segreto del nostro percorso sia stato proprio questo: aver saputo costruire una squadra fatta di persone fondamentali per la nostra crescita. È grazie a loro, al contributo di ciascuno, che il gruppo Sgb è diventato ciò che è oggi”.

Oggi Humangest è un ecosistema capace di offrire soluzioni integrate e digitali, mantenendo però il contatto diretto e personalizzato con candidati e imprese. Una trasformazione che ha radici nella visione del lavoro e della leadership di Zelli: “Lo sport ha avuto un ruolo fondamentale. Come molte persone, anche io ho praticato molto sport da giovane e sono, da sempre, una persona sportiva. Lo dico spesso, soprattutto oggi che non pratico più l’agonismo: lo sport va utilizzato, perché ha una funzione essenziale nella formazione delle persone. Nei momenti in cui ho sentito il bisogno di rafforzare la resilienza, di essere più costante o di sviluppare pazienza, attività come il triathlon, la corsa o la maratona sono diventate strumenti preziosi. Ti allenano non solo fisicamente, ma anche mentalmente. E ciò che apprendi lo ritrovi nel lavoro. Per questo credo che lo sport sia una delle leve più importanti nello sviluppo personale e professionale: allena alla leadership, alla disciplina e alla gestione di sé”.

Un’impostazione che ha favorito anche la spinta verso l’innovazione: “Siamo stati la prima società completamente digitalizzata in tutte le fasi del processo. Dobbiamo continuare a essere l’azienda che consente di accedere a un servizio di somministrazione in qualsiasi momento e da qualsiasi dispositivo, che si tratti di uno smartphone, di un computer o di qualsiasi altra tecnologia. La società di somministrazione del futuro non sarà più legata alla presenza fisica delle filiali, ma sarà sempre più accessibile attraverso i mezzi digitali che ormai fanno parte della nostra quotidianità”.

L’evoluzione tecnologica ha ridisegnato anche il modo in cui si selezionano e si formano i talenti: “Le modalità operative stanno cambiando profondamente, innanzitutto ampliando la platea: oggi è possibile raggiungere un numero molto maggiore di persone in tempi estremamente ridotti”, osserva Zelli. “La digitalizzazione ha velocizzato ogni attività, permettendoci di fare molto di più, con maggiore efficienza e qualità. L’accorciamento dei tempi operativi ha un impatto diretto sul miglioramento dei processi e dei risultati. Anche l’aspetto territoriale è cambiato: oggi possiamo essere presenti in ogni parte del territorio nazionale, anche nel più piccolo centro, in tempo reale. Accessibilità, velocità e qualità: sono i tre elementi che, oggi più che mai, definiscono il nostro modo di lavorare”.

Un’evoluzione che ha riguardato anche le richieste del mercato. “Il mondo del lavoro, in questi 20 anni, è cambiato profondamente. In passato si dava grande importanza all’aspetto quantitativo: le persone venivano valutate in base a quanto tempo dedicavano al lavoro. Oggi si dà sempre più valore all’aspetto qualitativo. Il focus si è spostato sull’efficacia e sul risultato, più che sulla mera quantità di ore lavorate. Le hard skill possono essere aggiornate con strumenti digitali e formazione, ma ciò che davvero fa la differenza oggi è l’evoluzione delle soft skill: essere concreti, rapidi, ricettivi e capaci di apprendere in modo continuo. Soprattutto – ed è un principio che resta valido in ogni epoca – è essenziale continuare a dare l’esempio a chi lavora con noi”.

Guardando al futuro, l’obiettivo resta quello di continuare a innovare senza perdere la propria identità: “Sicuramente il nostro obiettivo è continuare a essere ciò che siamo sempre stati: innovatori nel mercato”. E se oggi potesse dare un consiglio al giovane se stesso? “Gli consiglierei di non rinunciare alla sfrontatezza e alla capacità di sognare che avevo a quell’età. A questo aggiungerei di avere, forse, un po’ più di pazienza. E continuerei, senza dubbio, a coltivare quella cultura del lavoro che da sempre ci contraddistingue. Ho sempre creduto che il lavoro vada affrontato con serietà, costanza e impegno. Ma anche, e soprattutto, con rispetto verso chi lavora con te e verso chi hai di fronte. Perché la qualità del lavoro passa anche dalla qualità delle relazioni”.

Humangest guarda dunque avanti con la stessa energia con cui è partita, con il coraggio di sognare in grande, la determinazione di chi costruisce ogni giorno e la consapevolezza che il vero capitale su cui investire è quello umano. Perché innovare significa evolvere, ma restare umani è ciò che fa davvero la differenza.

L’articolo Digitali ma umani: così è cresciuta Humangest in 20 anni è tratto da Forbes Italia.