24 Luglio 2025

Così Novartis punta a una sanità più innovativa e vicina ai cittadini

Novartis Italia punta a costruire un sistema salute più innovativo e vicino alle persone, coinvolgendo soprattutto le nuove generazioni. In questa intervista, Chiara Gnocchi, responsabile Comunicazione e Patient Advocacy, spiega perché la ricerca è fondamentale per il futuro della sanità, come si sta lavorando per dare più voce ai pazienti e qual è il ruolo della collaborazione tra pubblico e privato. Parla anche delle competenze richieste ai professionisti sanitari di domani.

L’evento “Sound of Science” di Novartis ha messo al centro il valore strategico della ricerca per il Paese. Perché la ricerca è un tema importante per la salute del futuro?

La ricerca clinica ha un obiettivo inappellabile: migliorare la vita delle persone. In Italia, grazie a una sinergia sempre più efficace tra innovazione, appropriatezza delle cure e qualità del sistema sanitario, negli ultimi tre anni la speranza di vita media è aumentata di un anno. Tuttavia, l’Europa ha visto ridursi del 25% gli investimenti in ricerca farmaceutica negli ultimi cinque anni, mentre la Cina ha accentuato la propria crescita in questo ambito di 30 punti percentuali. Un gap che ci deve mettere in guardia: l’Italia resta un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale, ma rischia di perdere terreno se non sapremo rimuovere gli ostacoli burocratici e normativi da una parte, ma anche culturali dall’altra, che frenano l’innovazione e allontanano dai pazienti i risultati più avanzati della ricerca. L’evento “Sound of Science” ha voluto raccogliere questa sfida, dando voce a tutti gli attori del sistema salute, con uno sguardo privilegiato alle nuove generazioni.

Cosa è emerso dall’indagine “Scienza e salute: la voce dei giovani”?

L’indagine ha evidenziato come le nuove generazioni ripongano grande fiducia ed entusiasmo nei confronti della ricerca medico-scientifica. Quasi 2 giovani su 3 (under 40) si aspettano che nei prossimi 5 anni la scienza renda trattabili malattie oggi considerate incurabili. Tuttavia, abbiamo rilevato un paradosso che merita attenzione: solo poco più di 4 su 10 sono consapevoli che il rallentamento della ricerca clinica in Italia sia un rischio concreto per la salute delle persone. I dati rivelano inoltre che oltre la metà dei giovani individua nella burocrazia uno dei principali freni all’innovazione, mentre quasi un quarto segnala il ritardo nelle infrastrutture digitali e tecnologiche. Queste evidenze ci spingono a riflettere sull’importanza di promuovere una cultura dell’innovazione.

Il progetto “Partner per il futuro” punta a coinvolgere le nuove generazioni nella costruzione del sistema salute del domani. Che tipo di contributo vi aspettate dai giovani?

Il nostro auspicio è che i giovani portino innanzitutto un approccio “disruptive”, con nuove competenze e una nuova visione, a partire dalla capacità di utilizzare in modo creativo le tecnologie digitali, dalla propensione al lavoro cross-disciplinare e dalla sensibilità verso temi centrali come la sostenibilità ambientale, l’equità di accesso alle cure e la prevenzione. Fin dal lancio nel 2023 del progetto “Partner per il futuro”, abbiamo convocato sei tavoli di lavoro con oltre 40 under 35, tra studenti, ricercatori e giovani professionisti. Nel 2024 i risultati dell’indagine “Giovani e sanità: il futuro che vogliamo” hanno integrato e arricchito il nostro quadro conoscitivo. Tutti questi contributi hanno preso forma nell’Action Paper, che oggi guida le nostre proposte di policy e investimento. In questo laboratorio permanente di co-progettazione, i leader di domani trasformano la loro visione in una roadmap ambiziosa per la sanità italiana.

In che modo agite come azienda per contribuire all’ascolto dei pazienti e per favorire il loro pieno coinvolgimento?

In Novartis consideriamo i pazienti alleati insostituibili nell’innovazione. Oggi i pazienti e le loro Associazioni sono chiamati ad agire con un ruolo sempre più attivo nei processi valutativi e decisionali che riguardano l’innovazione, dalla ricerca a tutto il percorso di presa in carico. Realizzare questo cambiamento richiede competenze, visione comune e come azienda siamo impegnati ad affiancare e supportare le associazioni nel percorso che le vede protagoniste di nuovi modelli di sanità. Proprio di recente abbiamo inaugurato un percorso partecipativo con oltre 40 organizzazioni di pazienti iniziato con un primo incontro, in cui abbiamo analizzato i principali ostacoli all’accesso all’innovazione e pensato a possibili soluzioni. È un percorso fatto di momenti di ascolto e confronto, che consentono di tradurre aspettative e priorità dei pazienti in proposte concrete.

Qual è a suo parere il ruolo del partenariato pubblico-privato per rispondere alle sfide sanitarie più urgenti?

Il vero valore del partenariato pubblico-privato consiste nello scambio e nell’integrazione di competenze diversificate. In Novartis lavoriamo fianco a fianco con le istituzioni, gli ospedali, le Regioni e gli stakeholder locali perché crediamo che solo unendo il rigore scientifico, la spinta all’innovazione e la conoscenza delle esigenze del territorio si possano sviluppare modelli di cura davvero sostenibili, inclusivi e tempestivi. Questo impegno ci ha portato a siglare 8 accordi regionali per rispondere alle esigenze specifiche dei territori in ambiti complessi come l’oncologia, la cronicità e il cardiovascolare. A questi accordi, si aggiungono anche 14 tavoli di lavoro a livello locale e altre progettualità innovative. È proprio mettendo in rete prospettive e risorse diverse che possiamo dare forma a una sanità del futuro capace di rispondere con efficacia ai bisogni di tutti i cittadini.

Uno dei pilastri su cui si concentra il progetto è quello delle professioni sanitarie del futuro. Qual è il suo messaggio alle giovani generazioni?

Il mio invito è quello di costruire competenze trasversali, che permettano loro di mettere in connessione saperi e approcci differenti. Pensiero creativo, capacità di mediazione, agilità nel problem solving e curiosità verso nuovi orizzonti permettono non solo di adattarsi ai cambiamenti, ma spesso di anticiparli. Nel mio percorso ho sperimentato in prima persona il valore di un approccio “orizzontale”: sono partita da una formazione scientifica, ho approfondito il mondo dell’advocacy e poi ho aggiunto il coordinamento delle attività di comunicazione. Quale sarà il mio prossimo passo? Lo scopriremo strada facendo, consapevole che ogni nuova esperienza aprirà orizzonti inaspettati.

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L’articolo Così Novartis punta a una sanità più innovativa e vicina ai cittadini è tratto da Forbes Italia.