Durante il primo mandato di Donald Trump, Don Jr. ed Eric Trump faticarono a lanciare nuove iniziative. Ora, invece, vedono opportunità ovunque: nel licensing, nell’ospitalità, nelle armi da fuoco, nel retail e—forse più importante di tutto — nel settore delle criptovalute.
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Sul palco, all’inizio di maggio, per annunciare il nuovo hotel a marchio Trump a Dubai, Eric Trump si è lasciato andare a iperboli. L’edificio sarebbe stato “il miglior hotel del Golfo” e avrebbe “frantumato ogni singolo record”. Gli sviluppatori locali che avevano pagato per usare il nome Trump erano “i migliori partner del mondo”, mentre il presidente della società era “un caro amico”. Gli acquirenti avrebbero persino potuto comprare unità con criptovalute, partecipando così a una “rivoluzione digitale”.
Tutte ottime notizie per la nuova generazione dei Trump, eredi di una famiglia che ha perfezionato l’arte dell’esagerazione da generazioni. E che ora sta impiegando questa maestria nel settore più gonfiato del pianeta: le criptovalute. Un cambiamento molto redditizio. Eric e Don Jr., il cui patrimonio si aggirava attorno ai 50 milioni di dollari ciascuno prima che il padre tornasse in carica, potrebbero aver guadagnato altri 20 milioni a testa dalle recenti iniziative in ambito crypto, se il padre avesse condiviso con loro anche solo una parte dei profitti. Si sono lanciati anche nei settori dei data center, delle armi, dei droni e persino di un club privato a Washington D.C., dove la vicinanza con il presidente si traduce facilmente in profitto.
Le attività dei figli di Donald Trump
È una sorta di debutto ufficiale per i figli maggiori di Trump, che hanno lavorato per anni all’ombra di un padre dominante, fino a quando quest’ultimo ha lasciato la Trump Tower per trasferirsi alla Casa Bianca nel 2017. Anche se tecnicamente gestivano le attività immobiliari durante il primo mandato, erano comunque limitati dalle promesse etiche fatte dal padre all’inizio della presidenza. (“Ci siamo imposti un sacco di restrizioni, senza ricevere praticamente alcun riconoscimento,” si lamentò Don Jr. nel 2018 con CNBC-TV18, durante una visita in India per vendere appartamenti di lusso sotto lo slogan “Trump is here”).
Negli anni, Don Jr. ha virato sempre più verso il business politico, scrivendo libri MAGA, fondando una casa editrice conservatrice e lanciando un podcast di commento politico, “Triggered”. Ora, con il secondo mandato di Trump, la presunta separazione tra affari e politica è svanita – e i rampolli di casa Trump stanno incassando come mai prima.
È difficile quantificare esattamente quanto abbiano guadagnato dalle iniziative crypto più recenti del presidente, ma potrebbe trattarsi della loro fonte di profitto maggiore. In World Liberty Financial, un’azienda crypto dai contorni vaghi lanciata un mese prima delle elezioni, Don Jr., Eric e persino il figlio più giovane di Trump, Barron, figurano come “ambasciatori Web3”. Un “gold paper” legato all’iniziativa suggeriva che la famiglia Trump avrebbe ricevuto il 75% di tutti i proventi dopo i primi 30 milioni di dollari—senza però specificare come sarebbero stati divisi. Le vendite dei token, da novembre, hanno superato i 550 milioni di dollari.
I guadagni di Eric e Don Jr.
In passato, il presidente si è tenuto fino all’80% dei profitti di iniziative familiari, lasciando il resto ai figli. Se Don Jr. ed Eric avessero ricevuto ciascuno il 7%, secondo le stime di Forbes, avrebbero guadagnato 18 milioni di dollari a testa. Una quota simile dei profitti derivanti da $TRUMP, la memecoin lanciata a gennaio, potrebbe aver fruttato loro altri 8 milioni. La Trump Organization non ha risposto a una richiesta di commento.
Non tutte le loro nuove iniziative sono basate sulla blockchain. Una settimana dopo la vittoria elettorale del padre, Don Jr. ha annunciato di essere diventato partner di 1789 Capital, una società di venture capital legata alla cosiddetta “economia parallela”—business che propongono alternative conservatrici alle aziende mainstream. Il suo coinvolgimento nella società, che avrebbe raccolto oltre 700 milioni di dollari (di cui 550 milioni dopo le elezioni), resta poco chiaro.
Il 27 novembre, Don Jr. è diventato consulente di Unusual Machines, un’azienda di droni, ricevendo 200.000 azioni per il suo contributo. Dopo l’annuncio pubblico, il prezzo delle azioni è aumentato di quasi 10 volte, superando i 18 dollari. Da allora il titolo è calato, ma al prezzo attuale di poco inferiore ai 5 dollari, le azioni di Don Jr. valgono ancora circa un milione di dollari.
A dicembre, Don Jr. è entrato nel consiglio di amministrazione di PublicSquare, piattaforma che si presenta come alternativa “anti-woke” ad Amazon. (Omeed Malik, cofondatore di 1789 Capital, ha guidato la fusione tramite SPAC di PublicSquare). Il figlio del presidente collaborava con l’azienda già da agosto 2024, guadagnando 42.000 dollari al mese, più alcune azioni. A dicembre ha dichiarato di possedere oltre 500.000 azioni, oggi valutate oltre 1 milione di dollari. A gennaio, ha anche iniziato a lavorare come consulente per Kalshi, un mercato di scommesse online; a maggio, la Commodity Futures and Exchange Commission avrebbe deciso di archiviare una disputa con l’azienda.
Ancora più opportunità
Dopo l’insediamento del padre, si sono aperte opportunità ancora più redditizie. Un esempio è Dominari Holdings, un’azienda quotata in borsa il cui comitato consultivo ha accolto entrambi i fratelli a febbraio. L’impresa, con una capitalizzazione di mercato di soli 70 milioni di dollari, ha ingaggiato i Trump per la loro “leadership inestimabile e visione strategica” nei settori in rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale e dei data center.
Ciò è avvenuto poche settimane dopo che l’amministrazione Trump aveva annunciato investimenti per miliardi in quei settori. Documenti SEC indicano che Don Jr. ed Eric hanno ricevuto un milione di azioni ciascuno per i loro ruoli e ne hanno acquistate oltre 200.000 in più, accumulando così un pacchetto azionario del valore di circa 5,8 milioni di dollari a testa.
Il futuro appare promettente. Don Jr. è ora consulente di GrabAGun, un rivenditore online di armi da fuoco che sta tentando una fusione tramite SPAC con un’altra società legata a Malik. Se l’operazione andrà in porto, otterrà 300.000 azioni—simbolo PEW. A marzo, Eric ha cofondato American Bitcoin, un progetto crypto che ora si sta fondendo con la società mineraria Gryphon, quotata in borsa. “È tutto ciò che amo nella vita: l’America e il Bitcoin,” ha dichiarato dopo l’annuncio dell’accordo. Nello stesso mese è entrato anche nel comitato consultivo di una società crypto giapponese.
Naturalmente, nessuno dei due fratelli ha dimenticato la Trump Organization. I loro sforzi di lunga data per espandere il marchio all’estero si sono intensificati, questa volta senza essere vincolati da molte delle regole etiche autoimposte che li avevano limitati in passato. Entrambi hanno storicamente ottenuto una percentuale dai contratti di licensing.
Solo nelle ultime settimane, Don Jr. ha fatto un tour delle capitali europee partecipando a eventi legati al business e alle criptovalute, mentre Eric ha annunciato il nuovo hotel a marchio Trump negli Emirati Arabi Uniti e promosso progetti in programma in Oman e Arabia Saudita. “Non farò nessuna rivelazione clamorosa,” ha detto al pubblico degli Emirati, “ma credo che ne arriveranno ancora altri”.
L’articolo Come i due figli di Trump stanno monetizzando il ritorno del padre alla Casa Bianca è tratto da Forbes Italia.