21 Luglio 2025

Coldiretti e Una Nessuna Centomila lanciano la prima birra etica al femminile

È nata la prima birra nata prodotta da una filiera agricola tutta al femminile, realizzata per combattere la violenza sulle donne. Il progetto è il primo frutto del protocollo d’intesa tra Fondazione Una Nessuna Centomila e Coldiretti che assieme a Consorzio Birra Italiana, Filiera Agricola Italiana e Campagna Amica danno vita ad un’alleanza tra il mondo dell’agricoltura e quello della cultura e dell’impegno sociale.

Gli obiettivi

Il progetto si fonda su tre obiettivi principali. Il primo è sociale, dal momento che una parte del ricavato della birra sarà destinato alla Fondazione per sostenere le vittime di violenza. Il secondo è culturale: cambiare il racconto, dare voce a una narrazione femminile nuova, fatta di rinascita, comunità e dignità. Infine, c’è un obiettivo imprenditoriale: valorizzare il lavoro delle donne nella filiera agricola, assicurando tracciabilità, qualità e identità a un prodotto interamente italiano, sostenibile e a forte impatto etico.

La nuova birra vuole veicolare una narrazione femminile, fatta di forza, rinascita e comunità. Le donne della filiera agricola ne sono protagoniste, dimostrando il loro potere riabilitante nella società a partire dalla terra. Da qui nasce l’idea di un prodotto unico nel panorama italiano: una birra interamente made in Italy, frutto di una filiera agricola tutta al femminile. Dalla coltivazione alla trasformazione, ogni fase è affidata a imprenditrici italiane legate al Consorzio birra italiana

La nuova birra

Ogni ingrediente racconta una storia e un territorio, in una filiera tutta al femminile che valorizza tradizione e innovazione. Dalla segale coltivata da Alessia Parisatto (Valle del Masero – Veneto), al luppolo prodotto da Michela Nati (Il giardino delle luppole – Emilia-Romagna) e da Federica ed Elisa Toso (Birrificio 2 Sorelle – Piemonte), fino ai malti selezionati: Pils e Monaco, lavorati dalle stesse sorelle Toso, e il malto di frumento puro Senatore Cappelli di Cecilia Farchioni (Malteria Italiana Artigianale – Umbria). Completano la ricetta il farro di Emanuela Laurenzi (Birra Alta Quota – Lazio), la scorza d’arancia di Chiara Zecca (Birra Salento – Puglia) e il coriandolo di Carmela De Lorenzo (Birrificio agricolo Serrocroce – Campania). Il progetto si avvale del supporto tecnico di Ersilia D’Amico (Birrificio Del Vulture – Basilicata) affiancata da Giovanna Merloni (Ibeer – Marche), Cristiana Pichini (Cane nero – Toscana), Marta Pinna (Brass – Sardegna) e Chiara Tarana (Birra Turris – Emilia Romagna).

La ricetta si ispira allo stile saison: una birra contadina belga prodotta un tempo per dissetare i braccianti nelle giornate estive. Il profilo aromatico si arricchisce grazie al gruyt, una miscela di spezie usata prima del luppolo. Qui, una generosa presenza di coriandolo e scorza d’arancia conferisce freschezza e accenti agrumati. Il luppolo aggiunge una lieve amarezza che, combinata alla secchezza tipica dello stile, rende questa birra ideale per accompagnare l’estate.

“Una filiera che sostiene”

Mariafrancesca Serra, presidente Donne Coldiretti e membro di giunta nazionale, ha dichiarato: “Abbiamo scelto di mettere a disposizione la forza dei territori e delle nostre imprenditrici per dare voce a un messaggio chiaro: il rispetto è un valore da coltivare ogni giorno, nella vita come nel lavoro. Con questa iniziativa rafforziamo un percorso già tracciato da Donne Coldiretti, che da anni è accanto alle donne vittime di violenza attraverso progetti concreti di accoglienza, formazione e reinserimento sociale. Ne sono esempio le Fattorie della Tenerezza, aziende agricole sociali che diventano luoghi di cura e rinascita; la campagna #ColtiviamoIlRispetto, che trasforma i mercati in spazi di consapevolezza; i progetti formativi come “Lavoro e Libertà”, che offrono strumenti per ricostruirsi un futuro dignitoso e indipendente. Questa birra racconta tutto questo: un’economia che include, una filiera che sostiene, un’agricoltura che si fa alleata dei diritti. Un prodotto che è anche un messaggio: la libertà femminile si coltiva ogni giorno, insieme”.

“Questa alleanza con Coldiretti rappresenta un passo concreto nella costruzione di un fronte comune contro la violenza sulle donne. Mettere insieme il mondo agricolo e quello culturale significa unire radici e visione, terra e parola, comunità e responsabilità”, ha dichiarato Giulia Minoli, presidente della Fondazione Una Nessuna Centomila. “Abbiamo voluto creare qualcosa che parlasse davvero a tutti, anche attraverso un gesto semplice come bere una birra. Ma quella birra racconta molto di più: una storia di donne, di rispetto, di riscatto e di libertà. Non è solo un prodotto, è un simbolo vivo, capace di entrare nella quotidianità e trasformare un’abitudine in un messaggio potente. È così che si costruisce una cultura diversa: partendo dalla vita reale, dai luoghi che abitiamo ogni giorno. Perché ogni spazio, anche quello di un brindisi, può diventare terreno fertile per coltivare il cambiamento».

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L’articolo Coldiretti e Una Nessuna Centomila lanciano la prima birra etica al femminile è tratto da Forbes Italia.