17 Settembre 2025

Chi sono i top manager italiani che guidano le scommesse sul mercato

L’attuale panorama economico finanziario è caratterizzato da una singolare divergenza tra l’andamento dei mercati, con gli indici azionari sui massimi storici o di lungo periodo in molti Paesi sulle speculazioni di allentamento dei tassi dalle banche centrali, e le incertezze legate alle prospettive macroeconomiche e geopolitiche, oltre alla rinnovata incertezza sulla solidità dei conti pubblici di molti grandi Paesi.

Un mondo dove il ruolo dei top manager delle grandi imprese italiane e internazionali diventa sempre più cruciale e fa la differenza nel dialogo col mercato e nella capacità di costruire una relazione di fiducia con la comunità finanziaria e con la clientela. Dall’incrocio delle risposte di Borsa nel medio-lungo termine e dalla reputazione digitale, ecco i leader italiani più distintivi che guidano le sfide e le scommesse del mercato.

Luca De Meo

Il nome sulla bocca di tutti a livello internazionale, in questo momento, è quello di Luca De Meo, ex enfant prodige alla corte di Marchionne nel Gruppo Fiat, poi passato al rilancio di Seat, Cupra e poi in Renault. Considerato un mago nel rilancio di “brand”, con grandi sensibilità di marketing, chiamato dal magnate francese Franois Pinault per rimettere in carreggiata la conglomerata del lusso Kering che da anni sta soffrendo una crisi interna, in particolare per il marchio Gucci.

Flavio Cattaneo

Spostando lo sguardo verso il settore dell’energia, tra i grandi manager che nell’ultimo biennio si sono distinti emerge sicuramente Flavio Cattaneo, ceo di Enel dal maggio 2023. Sotto la sua guida, il gruppo energetico ha ridotto il debito, riallacciato il confronto con gli investitori che han premiato il titolo con un balzo di oltre il 35%. E l’impegno nelle operazioni straordinarie, con un maxipiano di investimenti di 43 miliardi per il triennio 2025-27, ha portato ad un’accelerazione nella strategia internazionale e nel focus nelle competenze nelle rinnovabili, a vantaggio di un forte riscontro nella “reputation” nelle partite più rilevanti nel settore.

Andrea Orcel

Nel settore bancario, la sfida per la leadership in Italia si gioca su un terreno di trasformazione profonda e crescente pressione competitiva dalla discesa del margine di interesse, che si sta traducendo in un complesso risiko di aggregazioni e offerte d’acquisto.

Al di là delle numerose speculazioni nel comparto, la palma d’oro nella creazione di valore e capacità di catalizzare l’attenzione degli investitori, va certamente al numero 1 di Unicredit: Andrea Orcel. Dal suo arrivo il titolo è decollato da meno di 7 euro a quasi 70. Dall’incremento della quota in Commerzbank al tentativo di acquisire Banco Bpm in Italia passando per le operazioni nei mercati in crescita di Romania e Grecia, Orcel punta a fare di Unicredit un vero gigante europeo del banking.

Gian Maria Mossa

Restando nella finanza, guardando ai servizi di investimenti e al private banking anche qua il giudizio unanime tra “reputation science” e mercato converge su un nome molto apprezzato dagli investitori. Si tratta di Gian Maria Mossa, ad di Banca Generali, realtà oggetto del desiderio durante l’estate di Mediobanca che alla fine ha trovato il suo epilogo proprio nel tentativo di raggiungere il gioiello tra le reti del Leone di Trieste.

Negli anni il top manager ha portato la banca-rete del gruppo Generali ad affermarsi come terza forza nel panorama del private banking italiano, quasi triplicando le masse in gestione e restituendo agli azionisti un total return di oltre il 200% da quando ha preso le redini.

Mossa, primo per reputazione digitale tra i ceo delle reti italiane, ha accresciuto la sua posizione durante la partita del risiko per la trasparenza della banca sul mercato e ora, secondo gli analisti di Deustche Bank e Ubs, libera dalle incertezze può puntare a una nuova fase di crescita verso le imprese con Intermonte e dalle sinergie con Generali nell’insurebanking.

Roberto Cingolani

Nel panorama dell’industria high-tech e della difesa spicca anche il caso di Leonardo, guidata da Roberto Cingolani. Il top manager, già Ministro per la Transizione Ecologica, ha impresso una svolta decisa alla strategia del gruppo, puntando su innovazione, sostenibilità e digitalizzazione come pilastri per rafforzare la competitività internazionale.

Un cambio di passo che insieme alla prospettiva di importanti investimenti a livello europeo nel settore della difesa ha generato un rinnovato interesse del mercato e della comunità finanziaria (con il titolo passato da 10 euro a maggio 2023 agli oltre 51 euro attuali), valorizzando la reputazione del gruppo e del suo Ceo anche a livello internazionale.

Alessandro Zucchetti

Nel tech puro l’Italia non vanta molti esempi tra le società quotate, ma non mancano gli unicorni ancora in attesa di sbarcare in Borsa. È il caso di Satispay, guidata dal co-founder e ceo Alberto Dalmasso, e di Bending Spoons, che sotto la guida del ceo Luca Ferrari che hanno superato la soglia degli “unicorni” (oltre il miliardo di valutazione).

Ma tra gli addetti ai lavori, nonostante la minore esposizione mediatica, il vero gioiello è rappresentato da un’azienda molto solida nel software, con ebitda e crescita con pochi eguali, come la Zucchetti. L’impresa lodigiana negli ultimi anni si è affermata come uno dei principali protagonisti nel panorama dell’IT italiana, grazie a una crescita solida sia in termini di ricavi sia di acquisizioni strategiche, con oltre 200 operazioni di m&a negli ultimi dieci anni.

Sotto la guida del figlio del fondatore il ceo Alessandro Zucchetti ha saputo integrare tecnologie avanzate e soluzioni digitali per imprese di ogni dimensione, posizionandosi come punto di riferimento nel settore software e servizi gestionali. Un successo testimoniato dal fatturato che ha superato i 2 miliardi di euro nel 2024 e valutazioni stratosferiche del business.

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L’articolo Chi sono i top manager italiani che guidano le scommesse sul mercato è tratto da Forbes Italia.