La notizia arriva direttamente dall’official website of the United States Government, il sito web ufficiale del governo degli Stati Uniti d’America. Il National institutes of health (Nih) ha reso noti i risultati dell’analisi bibliometrica globale sugli studi pubblicati sulle riviste scientifiche accreditate riguardanti le pubblicazioni sul Covid, i vaccini utilizzati, gli effetti avversi e la dermatologia. La conclusione è lapidaria: “Torello Lotti was the author with the greatest production”, ovvero “Torello Lotti è stato l’autore con la più grande produzione (scientifica)”.
Torello Lotti: una carriera internazionale al servizio della dermatologia
Torello Lotti è professore ordinario di dermatologia e ha iniziato la sua carriera di ricercatore fra Londra e Filadelfia. La sua carriera accademica italiana parte come professore all’Università di Siena, per poi diventare cattedratico di dermatologia e direttore della scuola di specializzazione in Dermatologia e venereologia all’Università di Firenze, quindi passare alla direzione della cattedra di Dermatologia all’Università G. Marconi di Roma e infine (al momento) si concretizza nello svolgere la funzione di rettore dell’Institut fur Hohere Studien-Zug, Switzerland (Istituto di Studi Superiori della Unitelematica Leonardo da Vinci di Zug, in Svizzera).
“Il primato mondiale italiano nella produzione scientifica di alto livello sul Covid”, scrive il National Institutes of Health, “è una grande conquista per l’Italia sotto molti profili, quali la dimostrazione di eccellenti capacità scientifiche, di individuazione delle emergenze sociali e di scelte organizzative”, in grado di portare il nostro Paese sulla più alta vetta del mondo.
Cooperazione globale e leadership italiana: la visione scientifica di Torello Lotti
Le scelte organizzative del professor Lotti sono state ispirate dalle regole della cooperazione scientifica intercontinentale. Lotti è il presidente della World health academy of dermatology e, in virtù della sua carica, è quotidianamente in contatto con le società scientifiche di tutto il mondo, con i loro problemi e con le loro prospettive di soluzioni. Questa è risultata la carta vincente: identificare e coordinare le ricerche sulle diverse realtà scientifiche e sociali prodotte dalla pandemia Covid in ogni parte del mondo e pubblicare quanto potesse aiutare a razionalizzare le scelte dei singoli operatori, delle diverse società scientifiche e dei Sistemi sanitari nazionali.
L’individuazione delle emergenze sociali nelle diverse nazioni dei cinque continenti ha infatti permesso di mettere a confronto le scelte di politica socio-sanitaria, di opportunità terapeutiche e di stabilire criteri di sostenibilità e di priorità. Infine le ‘capacità scientifiche’ non si sono limitate a riportare quanto viene rilevato nel proprio reparto, nel proprio ospedale o nel proprio laboratorio di ricerca ma si sono straordinariamente moltiplicate grazie al coordinamento critico e analogico dei dati emergenti da ricerche in regioni diverse del mondo, in etnie diverse e in specialità mediche diverse.
La conclusione della ricerca bibliometrica riportata dal Nih del governo degli Stati Uniti d’America è chiara: la collaborazione internazionale è la chiave per dare in tempi rapidi alla società quanto è più necessario in situazioni di emergenza come è stata quella pandemica del Covid. Questo primato italiano, che è stato conquistato in un momento emergenziale di estrema confusione socio-sanitaria e individuale, rappresenta forse un modello estensibile a tutta la realtà sociale, sanitaria e imprenditoriale italiana anche per affrontare la situazione attuale, in apparenza tutt’altro che semplice.
L’articolo Chi è Torello Lotti, il professore italiano con la maggior produzione di materiale scientifico sul Covid è tratto da Forbes Italia.