9 Luglio 2025

Auto elettriche: slancio ritrovato nel 2025, ma l’Italia deve colmare il gap con l’Europa su infrastrutture e incentivi

Dopo un 2024 a doppia velocità, con segnali contraddittori tra mercati e comparti, la mobilità elettrica europea sembra aver finalmente ritrovato slancio nel 2025. Ma se i numeri fanno ben sperare, soprattutto in Italia, la strada per raggiungere gli obiettivi del Pniec entro il 2030 è ancora lunga, in salita e costellata di ostacoli normativi, industriali e culturali. È quanto emerge dallo Smart mobility report 2025, realizzato dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, che restituisce una fotografia ad alta definizione del settore automotive in chiave sostenibile.

Dalla frenata alla ripresa: la mobilità elettrica accelera nel 2025

Nel 2024, le immatricolazioni complessive di auto in Europa sono cresciute dell’1%, raggiungendo i 13 milioni di veicoli, mentre l’Italia ha segnato un calo dell’1% con 1,58 milioni di unità. Ancora più netta la flessione per le auto elettriche, in calo del 2,1% a livello continentale (3 milioni di unità) e del 13,3% in Italia, dove si sono fermate a 119.000. Intanto la Cina ha continuato a correre: più produzione, più immatricolazioni e una leadership sempre più solida sul fronte della mobilità green.

Il nuovo anno ha segnato una discontinuità netta. Nei primi cinque mesi del 2025, le immatricolazioni mensili di auto elettriche in Europa sono cresciute in media del 21,9%, mentre in Italia il dato è schizzato a +63,3% rispetto allo stesso periodo del 2024, con un picco di +92% in aprile. Dinamiche commerciali più favorevoli, un’offerta più performante, la progressiva espansione dell’infrastruttura di ricarica (66.000 punti pubblici, +34% rispetto al 2023) e una crescente consapevolezza ambientale degli acquirenti hanno fatto la differenza.

Obiettivo 2030 ancora lontano: senza una regia chiara, l’elettrico rischia il rallentamento

Nonostante la ripartenza, i numeri non bastano. Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) prevede che nel 2030 siano in circolazione 6,6 milioni di auto elettriche. Al ritmo attuale, l’Italia ne conterà appena 3,1 milioni. “Per centrare i target servirebbe immatricolare circa un milione di auto elettriche ogni anno da qui al 2030”, si legge nel Report.

“L’inizio del 2025 indica una direzione promettente”, spiega Paolo Maccarrone, direttore scientifico dello Smart Mobility Report, “ma per consolidare la crescita serve un approccio integrato. Dalla creazione di una cabina di regia con decisori chiave alla semplificazione burocratica, fino alla pianificazione di incentivi pluriennali: solo così si potrà offrire chiarezza al mercato”. Cruciale anche la leva culturale. “Bisogna comunicare meglio i vantaggi economici e ambientali della mobilità elettrica”, aggiunge.

“Il quadro normativo europeo”, sottolinea Vittorio Chiesa, direttore di Energy&Strategy, “resta favorevole alla decarbonizzazione dei trasporti. Ma per stimolare una crescita organica servono fondi stabili e una pianificazione che eviti logiche ‘stop&go’ che destabilizzano l’industria e disorientano i consumatori”.

L’ascesa cinese non si ferma: produzione e export ai massimi storici

A livello globale, la produzione di automobili nel 2024 si è attestata a 75,5 milioni di unità (-0,5%), con un forte calo in Europa (-6,7%) e un robusto incremento in Cina (+5,2%, pari a 26,8 milioni di veicoli). Il Dragone rappresenta oggi il 35,4% del mercato mondiale. Anche sul fronte degli scambi commerciali, il sorpasso è evidente: le importazioni europee di auto cinesi sono passate dal 2% del 2019 al 21% del 2024, mentre le esportazioni verso la Cina sono crollate dal 25% al 13%.

Le auto elettriche prodotte nel mondo sono state 17,3 milioni (+25%), con la Cina a quota 12,4 milioni (70% del totale). L’Europa ha mantenuto la seconda posizione (2,4 milioni), ma con forti disparità: +5% per i produttori tedeschi, -15% per gruppi come Stellantis e Renault. Da segnalare il boom della produzione europea degli OEM americani, cresciuta di sei volte rispetto al 2023 grazie soprattutto a Tesla e Ford.

La performance della mobilità italiana: numeri in chiaroscuro

Nel 2024, l’Italia ha registrato 119.000 immatricolazioni di veicoli elettrici, -13,3% rispetto al 2023. La quota sul totale si ferma al 7,5%, la più bassa tra i principali Paesi europei. Ma i primi cinque mesi del 2025 raccontano un’altra storia: 73.000 nuove immatricolazioni, contro le 45.000 del 2024 e le 58.000 del 2023. L’inversione di tendenza è netta, anche se ancora lontana dalle cifre necessarie per un reale allineamento con gli obiettivi europei.

Un’indagine condotta con Bva Doxa rivela che l’84% degli utenti di veicoli full-electric li riacquisterebbe. La famigerata “range anxiety” si ridimensiona: per il 71% degli intervistati l’autonomia effettiva si discosta al massimo del 10% da quella dichiarata. Tuttavia, persistono criticità: il 48% evita i punti pubblici per via dei costi, mentre il 22% segnala problemi legati a capillarità e accessibilità. Non a caso, il 37% ricarica esclusivamente a casa, anche grazie alla diffusione di wallbox e colonnine private.

Prezzi più competitivi e modelli più accessibili in arrivo

Nel primo semestre 2025, i modelli base disponibili in Italia sono 115, +12% rispetto all’anno precedente. Migliorano autonomia e tempi di ricarica, mentre i prezzi restano relativamente stabili. Entro la fine del 2026, sono attesi modelli Bev di segmento B sotto i 30.000 euro e di segmento A sotto i 20.000: un fattore chiave per ampliare la platea dei potenziali acquirenti.

In Europa, i punti di ricarica pubblici sono un milione (+35% per quelli “slow”, +43% per quelli “fast”). I Paesi Bassi guidano la classifica europea per densità (1 punto ogni 100 abitanti), seguiti da Belgio, Danimarca, Norvegia e Svezia. In Italia, i punti di ricarica pubblici sono 66.000 (+34%), di cui il 22% ad alta potenza (+67%). L’infrastruttura privata, invece, conta 560.000 unità (+12%), frenata dalla riduzione degli incentivi fiscali come il Superbonus.

Scenari al 2030: la corsa a ostacoli della transizione

Tre gli scenari delineati dal Politecnico: Business As Usual (BAu), Boosted (Bos) e Policy Driven (Pd). Solo lo scenario Pd, che prevede forti misure di supporto pubblico e privato, consentirebbe di centrare l’obiettivo dei 6,6 milioni di auto elettriche circolanti al 2030. Nello scenario Bau, si arriverebbe a soli 3,1 milioni (8% del parco). In ogni caso, il motore termico resterà prevalente, con una quota tra il 73% e l’82%.

Il 2025 ha segnato una ripresa netta per la mobilità elettrica, soprattutto in Italia. Ma la transizione non può essere lasciata alle sole forze del mercato. Serve una visione di lungo termine, accompagnata da una governance solida, una rete infrastrutturale capillare e accessibile, e una politica di incentivi stabile. Solo così l’elettrico potrà smettere di essere una nicchia e diventare davvero la nuova normalità della mobilità italiana.

L’articolo Auto elettriche: slancio ritrovato nel 2025, ma l’Italia deve colmare il gap con l’Europa su infrastrutture e incentivi è tratto da Forbes Italia.