Come e quando nasce BZAR Hotels e con quale obiettivo, considerando la volontà di differenziarsi dai competitor di un mercato, quello di hospitality e food, ormai estremamente affollato?
BZAR hotels nasce nel 2013 da un’idea chiara: creare una collezione di strutture capaci di raccontare l’Italia più autentica,
contemporanea e ricercata, con un approccio sartoriale all’hospitality. In un settore sempre più affollato e spesso appiattito da format ripetitivi, sentivamo il bisogno di tornare all’essenza: luoghi con una personalità forte, capaci di esprimere l’identità del territorio, ma con un linguaggio estetico e progettuale internazionale.
BZAR non è un gruppo alberghiero tradizionale. È una piattaforma di esperienze curate, in cui ogni struttura è selezionata e gestita con la cura di un atelier: lavoriamo sull’architettura, il design, la ristorazione, la comunicazione, ma soprattutto sulla cultura dell’accoglienza. L’obiettivo era – e resta – non semplicemente “espandersi”, ma incidere con rilevanza nel racconto dell’ospitalità italiana nel mondo mantenendo stile, cultura e tradizioni del luogo. BZAR hotels vuole raccogliere la frammentazione degli hotel indipendenti mantenendo la storia famigliare, le caratteristiche e l’essenza della struttura, migliorandone però l’operatività e la marginalità.
Il marchio ha oltre 1700 camere e suite nelle principali destinazioni italiane, in luoghi come Roma, Milano, Venezia e Taormina. Ci racconta il vostro modello di business, le singole strutture già presenti e quelle che apriranno nel 2025?
Il nostro modello si basa su una gestione diretta, integrata e verticale, che ci consente di controllare l’intera filiera: dallo sviluppo
immobiliare al concept, dalla progettazione degli interni alla strategia digitale, dal personale alla parte F&B. Lavoriamo con proprietà private, fondi e sviluppatori con cui instauriamo partnership solide, condividendo visione e obiettivi di lungo periodo.
Attualmente siamo presenti con oltre 40 strutture nelle principali città italiane, da Roma a Milano, Venezia, Firenze e Taormina. Ogni hotel è parte di una collezione coerente ma sfaccettata, articolata in quattro categorie – Signature, Lifestyle, Hideaway e Getaway – che permettono di modulare l’esperienza secondo il contesto, il target e la destinazione. A queste si aggiungerà presto una nuova categoria che rappresenterà una svolta nel panorama dell’ospitalità italiana: un progetto inedito, dal forte potenziale narrativo, destinato ad avere un impatto rilevante in termini di comunicazione e brand positioning. Stay tuned!
Nel corso del 2025 il nostro portfolio crescerà con l’introduzione di nuove proprietà, portando all’aggiunta di oltre 700 camere. Questa espansione rafforzerà la presenza del gruppo nel segmento lifestyle, con un focus su una destinazione a forte vocazione turistica e culturale. L’obiettivo è consolidare la nostra leadership in Italia, continuando a proporre un’ospitalità autentica, curata e perfettamente integrata con il territorio. A questi si aggiungono nuovi progetti già in fase avanzata di sviluppo, in particolare sul fronte mare e nei borghi storici.
Come scegliete i luoghi e a cosa guardate nel futuro? L’estero?
Selezioniamo i luoghi con estrema attenzione, evitando la logica delle aperture “di bandiera” e privilegiando territori dove sentiamo di poter portare un valore autentico, anche culturale. Ci interessano i quartieri in trasformazione, le località minori con potenziale inespresso, i contesti in cui l’ospitalità può diventare leva di rigenerazione. Guardiamo con crescente attenzione al Sud Italia, dove il turismo di qualità sta vivendo una fase di espansione autentica, non omologata. In parallelo, stiamo consolidando la nostra presenza nei centri storici delle grandi città e nelle aree naturalistiche italiane, con l’obiettivo di valorizzare contesti identitari ma spesso poco raccontati. Al momento non prevediamo aperture all’estero, ma il nostro sguardo resta internazionale: per noi, “estero” è prima di tutto un’attitudine, non una destinazione. Ogni progetto BZAR nasce con un respiro cosmopolita, pensato per viaggiatori globali, curiosi e consapevoli, in cerca di autenticità, non di standardizzazione.
Quali sono gli aspetti attorno a cui si basa il vostro concetto di ospitalità?
Il nostro concetto di ospitalità si basa su tre pilastri: autenticità, cura e identità. Vogliamo che ogni ospite si senta accolto in un luogo unico, capace di raccontare storie vere attraverso i materiali, la luce, i sapori e l’atmosfera. Il benessere non è per noi un servizio da acquistare, ma un sentimento da generare: per questo le nostre Spa e i nostri menu lavorano sulla rigenerazione profonda, con grande attenzione a ciò che è locale, stagionale, naturale. La tecnologia è sempre presente ma invisibile, per lasciare spazio a ciò che conta: la relazione umana, la qualità del tempo, la bellezza del dettaglio. Non puntiamo a stupire, ma a far sentire a casa – in una casa che non si dimentica. In quest’ottica, abbiamo creato anche una selezione di Experiences – tour pensati per accompagnare i nostri ospiti alla scoperta della destinazione, offrendo momenti autentici e curati che riflettano l’anima del luogo. Sono esperienze pensate non per intrattenere, ma per connettere: con il territorio, con le persone, con il proprio tempo.
A quanto ammontano, in media, i vostri investimenti? Quali sono i vostri numeri (ricavi, ebitda), numero dipendenti?
Per ogni nuovo progetto definiamo un investimento per camera calibrato sulla destinazione, sulla categoria e sull’ambizione
dell’intervento. In media, il budget si attesta tra i 50.000 e gli 80.000 euro a camera, mentre negli hotel cinque stelle lusso si superano frequentemente i 100.000 euro per unità, un valore che riflette l’obiettivo di generare un fatturato annuo equivalente per ciascuna stanza a regime. Questo approccio ci consente di mantenere un equilibrio virtuoso tra estetica, funzionalità e performance economica. Che si tratti di una ristrutturazione leggera o di un ripensamento radicale — come nei casi di riconversione urbana avviati a Roma o Venezia — ogni investimento viene misurato con precisione, mettendo al centro il ritorno sul capitale e il posizionamento distintivo del brand.
Nel 2024 il gruppo ha superato i 55 milioni di euro di ricavi con un Ebitda sopra il 20%, in crescita costante grazie alla redditività dei nostri concept e alla capacità di ottimizzare le performance attraverso strategie di revenue management avanzate. Contiamo oggi su un team di oltre 700 persone, con un’età media inferiore ai 35 anni e una formazione che spazia dall’hospitality management al design, dalla comunicazione alla psicologia del comportamento. Investiamo molto nella crescita interna e crediamo in un modello di leadership diffusa, che responsabilizzi le nuove generazioni.
Quali sono i vostri punti di forza e quali le difficoltà del mercato in questa fase?
Il nostro punto di forza è l’identità: in un mercato che tende all’omologazione, riusciamo a essere riconoscibili senza essere rigidi. Ogni hotel è diverso, ma tutti parlano lo stesso linguaggio: estetica curata, servizio empatico, storytelling coerente, spesso condividendo la gestione con la proprietà delle mura creando un sodalizio che migliora l’hotel garantisce il massimo della redditività alla proprietà ed aumenta il numero di collaborazioni e di gestioni che entrano nel mondo BZAR hotels.
L’altra leva fondamentale è la gestione integrata del brand: dalla carta delle amenities al tono di voce sui social, nulla è lasciato al caso. Tra le difficoltà attuali segnalo l’aumento generalizzato dei costi energetici e dei materiali, e la carenza cronica di figure professionali nel settore. Per questo stiamo lavorando con scuole e università per attrarre talenti e formarli secondo la nostra visione. BZAR vuole essere un luogo dove si lavora bene, non solo dove si soggiorna bene. E siamo convinti che l’ospitalità del futuro si giocherà proprio su questo equilibrio.
L’articolo Autenticità, cura del dettaglio e business: così BZAR Hotels vuole ridefinire l’accoglienza made in Italy è tratto da Forbes Italia.