10 Settembre 2025

Al Senato il convegno di Itdifesa per la tutela e la valorizzazione del made in Italy

Si è svolto nella Sala Zuccari del Senato l’eventoID Made in Italy: Identità, Innovazione e Difesa’, promosso da Itdifesa in collaborazione con le istituzioni, Asso Made in Italy e Verum Partners. Un momento di confronto che ha chiamato a raccolta esponenti del governo, delle forze armate e dell’imprenditoria, per presentare progetti e strumenti per la tutela del made in Italy, inteso non solo come marchio di eccellenza, ma anche come bene strategico per l’economia nazionale.

Durante la manifestazione è stato conferito il riconoscimento dell’Italia del Merito al ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, “per l’impegno costante e concreto nel rafforzare l’identità produttiva e culturale del Paese e per aver dato nuova forza e visione al valore del made in Italy attraverso azioni reali, incisive e durature”. Sono state premiati anche il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e il Comando Generale della Guardia di Finanza per lo spirito di servizio a tutela del patrimonio culturale ed economico del Paese.

In rappresentanza del ministro Urso è intervenuto l’avvocato Davide Amorosi, vice capo di gabinetto vicario, sottolineando il valore strategico delle Case del Made in Italy, una delle iniziative più concrete e capillari promosse dal ministero a sostegno dei territori e delle imprese italiane.

“IlmMade in Italy è un asset strategico nazionale da difendere con la stessa determinazione con cui si proteggono confini e sovranità”, ha dichiarato Katia La Rosa, presidente di Itdifesa. “La minaccia oggi non è solo la contraffazione materiale, ma il rischio che un attacco informatico colpisca al cuore il nostro sistema produttivo. Difendere il made in Italy significa tutelarlo su ogni fronte: fisico, economico e digitale. Per questo serve un’alleanza permanente tra istituzioni, forze armate, imprese e Agenzia per la Cybersicurezza. In collaborazione con partner tecnologici specializzati sulla cybersicurezza e sulla certificazione digitale, abbiamo creato Made in Italy Intelligence, un sistema evoluto capace di prevenire attacchi, proteggere segreti industriali e garantire al Paese un futuro sicuro, competitivo e inimitabile”.

Nel corso dell’evento il colonnello Paolo Befera, del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, ha posto l’accento sull’urgenza e sull’importanza di restituire al contesto originario tutti quei beni che costituiscono parte integrante del patrimonio culturale italiano, tra i più vasti e significativi al mondo. “È nostro dovere”, ha ribadito, “garantire che l’identità culturale del Paese non venga smembrata e dispersa. La Banca Dati del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale conta oggi circa 1,4 milioni di opere rubate: un numero impressionante, che non include migliaia di reperti trafugati con scavi clandestini e finiti nel circuito illecito internazionale, noto come ‘Archeomafia’”.

Il Colonnello ha sottolineato come il contrasto alla criminalità organizzata nel settore dei beni culturali rappresenti una priorità non solo per la difesa dell’eredità storica, ma anche per la salvaguardia del prestigio e dell’integrità del sistema Paese. Recuperare un’opera d’arte, ha concluso, significa restituire al popolo italiano un frammento della sua memoria, della sua identità e della sua anima collettiva

All’incontro ha preso parte anche il generale di brigata Luigi Vinciguerra, capo del III reparto operazioni del Comando Generale della Guardia di Finanza. Nel suo intervento ha rimarcato come il contrasto alla contraffazione e alla commercializzazione di beni che recano una falsa indicazione di origine italiana rappresenti una priorità operativa per il corpo. Ha evidenziato che la difesa delle produzioni tipiche nazionali, del know-how, dei saperi, delle competenze, del saper fare italiano (la cosiddetta intelligenza delle mani) da fenomeni di falsa indicazione del made in Italy richiede un approccio integrato, trasversale, capace di unire armonicamente intelligence, presidio di legalità e sicurezza, relazioni internazionali e consapevolezza dei cittadini.

In questo senso, il dispositivo di contrasto adottato dalle Fiamme Gialle nel settore “muove in tre distinte direzioni: il presidio delle aree doganali, portuali e aeroportuali, per l’individuazione dei traffici di merci illegali provenienti dall’estero; il controllo economico del territorio, del mare e degli spazi aerei sovrastanti, grazie alla componente aeronavale, e la repressione dei fenomeni di abusivismo e minuta vendita; infine, l’attività investigativa in senso stretto, orientata alla disarticolazione delle intere filiere illecite e all’aggressione patrimoniale dei sodalizi criminali, con il costante ricorso ai canali di cooperazione internazionale”.

Si aggiunge poi una campagna di sensibilizzazione promossa dalla Guardia di Finanza nelle scuole, nell’ambito delle iniziative di educazione alla legalità avviate in collaborazione con il ministero dell’Istruzione e del merito, volta a diffondere nei giovani la conoscenza degli effetti deleteri degli illeciti sull’economia nazionale (concorrenza illegale) e dei rischi che possono derivare per il consumatore sul piano della salute (si tratta di prodotti che, spesso, utilizzano materiali e/o sostanze di qualità scadente e tossiche/pericolose). Il generale ha anche illustrato i risultati conseguiti dal corpo nel settore. I reparti della Guardia di Finanza “nel biennio 2023-2024, nell’ambito di 1.587 interventi, hanno operato il sequestro di oltre 194 milioni di prodotti recanti la fallace indicazione del made in Italy” e hanno “segnalato all’autorità giudiziaria 514 responsabili”. Nel comparto agroalimentare “sono stati eseguiti ulteriori 897 interventi, sequestrati oltre 24mila tonnellate e circa 1,5 milioni di litri di prodotti oggetto di contraffazione e frode commerciale, e segnalati all’autorità giudiziaria 228 responsabili”.

Cyber security, il nuovo passaporto per la qualità

Ma difendere il made in Italy oggi significa anche saper affrontare le nuove minacce del mondo digitale, dove la reputazione, l’autenticità e il valore dei prodotti italiani si giocano in un’arena globale sempre più esposta agli attacchi informatici e alla disinformazione. È su questo fronte che si inserisce l’intervento di Marco Camisani Calzolari, personaggio pubblico e cyberumanista. “ Il made in Italy è ovunque. Nei vestiti, nel design, nel cibo. Ci siamo mai chiesti quanto è protetto questo valore? Ogni giorno le aziende italiane vengono colpite da attacchi informatici. Il nostro talento viene rubato in silenzio, copiato e rivenduto a migliaia chilometri di distanza. Il made in Italy non è solo da mostrare, ma da difendere. La cibersicurezza non è solo un tema tecnico, è un tema di reputazione, di sopravvivenza sul mercato per le aziende italiane. È il passaporto della qualità. Cosa dobbiamo fare? Formarci sui rischi e usare strumenti sicuri. Chi copia l’Italia può farlo anche con un attacco informatico. Il Made in Italy è un tesoro. Non possiamo lasciarlo senza antifurto, e la sua protezione si chiama cultura digitale”.

Consegnato il primo Passaporto Id Made in Italy

Nel contesto di un’economia globale sempre più esposta a rischi di contraffazione e perdita di identità, rendere i prodotti italiani riconoscibili, autentici e non replicabili attraverso la tecnologia diventa una priorità. È quanto ha evidenziato il senatore Antonio Trevisi, membro della commissione finanze, sottolineando come l’innovazione applicata alla tracciabilità sia oggi uno strumento imprescindibile per la tutela del made in Italy. In questa direzione si colloca il Passaporto Digitale del Made in Italy, promosso da Itdifesa, in collaborazione con istituzioni, Asso Made in Italy e Notarify.

Un sistema evoluto di identificazione e certificazione, pensato per garantire — grazie a tecnologie avanzate e intelligenza artificiale — la tracciabilità dell’origine, della filiera produttiva e dell’autenticità di opere e prodotti italiani. I primi passaporti sono stati consegnati a realtà che incarnano l’eccellenza italiana: la Fondazione Levi Montalcini, emblema del genio scientifico e culturale del nostro Paese; il Gruppo Crai, che rappresenta un modello di distribuzione radicato nei territori e vicino alle comunità locali; Lamarr, per il settore moda; e Tesori del Matese, per la filiera del tartufo, a cui è stato riconosciuto il valore della tracciabilità applicata all’impegno produttivo.

“Con grande orgoglio”, ha dichiarato Giangiacomo Ibba, presidente di Crai, “sono qui a ricevere oggi in Senato il Passaporto Digitale del Made in Italy. Un riconoscimento importante in un luogo simbolo delle istituzioni, che premia il nostro impegno per un’economia attenta alla legalità e per la valorizzazione della filiera agroalimentare italiana. Siamo gli unici del nostro settore a ricevere questo attestato: una dimostrazione concreta del percorso fatto da Crai e di quanto crediamo nel legame con i territori. Come insegna di prossimità, continueremo a dare ai nostri clienti la massima trasparenza sull’origine e la qualità dei prodotti, perché per noi è fondamentale un rapporto di fiducia e responsabilità con le comunità locali e i produttori italiani”.

Italia ed Emirati Arabi, un ponte di eccellenza

A sottolineare l’importanza della cooperazione economica tra Italia ed Emirati Arabi è intervenuto anche il presidente della Camera di Commercio di Dubai, Stefano Campagna, che ha ricevuto il premio internazionale Italia del Merito, “per l’impegno straordinario nella promozione del sistema Italia e per aver rafforzato con competenza, visione e credibilità le relazioni economiche, culturali e istituzionali tra l’Italia e gli Emirati Arabi Uniti”.

Campagna ha evidenziato il ruolo sempre più centrale dell’ente camerale nel favorire lo sviluppo delle imprese e il dialogo internazionale tra eccellenze produttive: “Il nostro compito è facilitare l’incontro tra culture economiche diverse, promuovere lo scambio di know-how e creare le condizioni ideali per attrarre investimenti e costruire partnership solide”. Ha poi espresso interesse per iniziative come quella di Asso Made in Italy per costituire uno strumento di garanzia e competitività anche nell’ambito delle relazioni commerciali con gli Emirati.

A dare voce al significato più profondo dell’impresa è stato Fabrizio Piccoli, ceo e fondatore di Verum Partners, che tra l’altro è stato insignito di un riconoscimento speciale: “A che serve un’impresa, se non si fa carico anche della comunità che la circonda? Un’impresa che vale è quella che, un giorno, quando qualcuno la guarderà da lontano, gli farà dire: ‘Lì non si è costruito solo un valore. Lì si è costruito il futuro’. Un messaggio che pone l’accento su una nuova visione del progresso: etico, umano e sostenibile. Perché solo attraverso questa integrazione tra innovazione e responsabilità si può davvero garantire un futuro solido e autentico al made in Italy”.

Nominati i nuovi ambassador di Asso Made in Italy

Durante l’evento moderato da Salvatore Li Castri, giornalista e vice presidente del Corecom Sicilia, sono intervenuti, tra gli altri, il senatore Antonio Gasparri e Andrea Bos, presidente di Hydrogen Park. Sono stati inoltre nominati ambasciatori di Asso Made in Italy, nei vari settori di competenza: Simone Facchinetti, esperto in tutela legale del made in Italy; Alessandro Viola Cortes, fondatore di Sinergia Studio; Roberto Ingoglia, ceo di Energy Italy; Carlo Parisi, segretario generale della Figec Cisal, Federico Monti, fondatore di Notarify; Marco Luciani, fondatore di Treddy; Simone Martorelli, fondatore di Synteak Group; Susanna Carlesso; Luigi Ambrosio, founder di Ambrosio; Antonio Ferrieri, fondatore di Cuori di sfogliatella; Gianni Ferrieri, fondatore del gruppo Gioia; Mario Piccini, fondatore di Tenute Piccini; l’influencer Antonio Chiappella; Marcello Merlino, fondatore di Paulonia for Planet; Giancarlo Zema.

Sono stati anche anticipati alcuni candidati al riconoscimento: Cristian Carletto, founder di Sungi solar; Matteo Bottin, founder di Sicurplanet; Silvia Lombardo e Tommaso Asaro dell’oleficio Asao; Vincenzo Atria di Colorificio Atria; Ciro Ambrosini, founder dell’associazione Age Mugnano; Paolo Locatelli, ceo di Tecnomont; Luca Pasquero, imprenditore; Isabella Garino, founder di Liolà’s Cosmetics.

L’articolo Al Senato il convegno di Itdifesa per la tutela e la valorizzazione del made in Italy è tratto da Forbes Italia.